Serie B: il punto sull’undicesima giornata
Eppur si muove. Lentamente la magmatica classifica del torneo cadetto comincia a sgranarsi, i valori emergono e i rapporti di forza si definiscono. Giustificando i pronostici di inizio stagione che le davano per super favorite, Empoli, Frosinone e Palermo hanno guadagnato la vetta della classifica, incalzate dalle ambiziosissime neopromosse Parma, Cremonese e Venezia. Dal Carpi in giù, verosimilmente, le squadre che dovranno sgomitare per mantenere la categoria. Si profila, dunque, una serie B spaccata in due tronconi, come qualche tecnico assennato ha recentemente avuto modo di vaticinare.
Intanto è saltata un’altra panchina: la scoppola casalinga rimediata dal Perugia ad opera del Cesena è risultata fatale a Federico Giunti. Inspiegabile la metamorfosi degli umbri, piombati nell’abisso di una crisi tanto disarmante quanto inattesa. Il Perugia straripante delle prime giornate è solo uno sbiadito ricordo, un’involuzione inesorabile ha fatto imboccare alla squadra la parabola discendente, relegandola ai margini della zona rossa della classifica. Contro i romagnoli si è visto un Perugia divorato dal demone della paura. Spento, svuotato, amorfo. Impalpabile. L’impressione è stata quella di una squadra sfaldata, non più in sintonia con il proprio allenatore. Giusto voltare pagina. Detto questo, lungi da me svilire la netta affermazione del Cesena ma è chiaro a tutti che contro questo Perugia avrebbe vinto chiunque… Ad ogni modo, in attesa di impegni più probanti, la cura Castori comincia a sortire risultati incoraggianti: 7 punti in 4 partite sono un bottino ragguardevole per una compagine tecnicamente modesta. Certo, volendo essere sofistici tutto si può dire tranne che il Cesena sviluppi un bel gioco – scolastico il 4-4-1-1, fluttuante in 4-5-1 in fase difensiva, del tecnico marchigiano: tutti graniticamente arroccati dietro la linea della palla, pronti a sfruttare la profondità con Jallow -, ma quando si è con l’acqua alla gola è necessario deporre il fioretto e blandire la clava. Ben venga, dunque, il tanto vituperato “catenaccio”. Anche quando ci si professa “epigoni” di Sacchi.
Ma andiamo con ordine. Vita facile per l’Empoli contro il Pescara. Organizzazione, ritmo, qualità: tanta roba la compagine di Vivarini. Manifesta la superiorità dei toscani ai quali è bastata una decina di minuti per sgretolare le certezze di un Delfino che ben presto si è “spiaggiato”, consegnandosi alle mortifere ripartenze di Caputo e compagni. A nulla è valsa una fiammata di Coulibaly nella ripresa: ci ha pensato subito il “pichichi” della serie B a ristabilire le distanze spegnendo sul nascere ogni velleità degli abruzzesi. Resta in scia della capolista il Frosinone, che fatica per avere ragione di una Ternana gagliarda e indomita. Decisivo un Ciano in grande spolvero. Incollato alla vetta anche il Palermo: prova di forza degli isolani, che passano d’autorità a Carpi e cancellano prontamente il passo falso interno contro il Novara. Brilla la stella di Nestorovski.
Sale il Parma e si conferma la Cremonese. I ducali espugnano in carrozza lo “Zaccheria” di Foggia (irriconoscibili i satanelli) evidenziando – ove ce ne fosse stato bisogno – tutti i limiti, tecnici e strutturali, della retroguardia rossonera. Non a caso la più battuta del campionato. È chiaro che diventa difficile tagliare il traguardo salvezza quando si scialacquano punti pesanti, specie contro dirette concorrenti (Cesena), e si incassano puntualmente caterve di reti. Un punto e tanti rimpianti per la Cremonese a Chiavari. I grigiorossi recriminano per un presunto fallo di mano di Eramo che avrebbe viziato la rete del pareggio dell’Entella. Un pari che sta stretto alla squadra di Tesser, fermata da uno Iacobucci monumentale. La nota lieta di giornata, però, è il ritorno al gol del redivivo Paulinho (formidabile il tracciante sartoriale con cui ha siglato il vantaggio della Cremonese). Se ritrova lo smalto e la brillantezza dei tempi di Livorno, il brasiliano può essere il vero valore aggiunto dei lombardi.
Torna al successo, dopo due stop consecutivi, il Cittadella, che si aggiudica il derby veneto piegando il Venezia. Sedati, al momento, i pruriti di vertice dei lagunari, detronizzati dal primo posto e ora scivolati al quarto in condominio. La squadra di Pippo Inzaghi ultimamente registra qualche problema di tenuta difensiva: tante le reti incassate da quella che fino a poche giornate fa era la difesa meno perforata del torneo. Quanto al Citta, la squadra di Venturato è chiamata a trovare quella continuità che finora è mancata per restare agganciata al treno delle prime. Le potenzialità ci sono tutte.
Chi non finisce di stupire è la Salernitana. La formazione di Bollini, autorevole e a tratti leggiadra, ha violato per la prima volta nella sua storia il “Piola” di Novara portandosi a ridosso delle prime posizioni. Contro gli azzurri è Sprocati-show: per l’eclettico trequartista monzese – già nel mirino di importanti club di serie A – due gol e la certezza che questo è l’anno della definitiva consacrazione. Dall’altra parte il Novara, sorpreso dall’esuberanza e vivacità dei granata, paga una fase difensiva rivedibile e una serie penalizzante di infortuni cui non è possibile rimediare attraverso soluzioni palliative. Se poi anche la Dea bendata ci mette del suo – 2 i legni colpiti dai piemontesi -, la sconfitta diventa inevitabile.
Risorge l’Avellino, che interrompe una striscia negativa di 3 turni superando al “Partenio” un’ostica Pro Vercelli e risale la china della classifica. Per le bianche casacche, ora fanalino di coda ma quanto mai vive, una sconfitta che non pegiudica le chance salvezza. Restando nella zona calda della classifica, convincente affermazione dell’Ascoli – tra le squadre che sciorinano il miglior gioco di tutta la serie B -, giunto al sesto risultato utile consecutivo. I bianconeri liquidano 3-1 il solito anonimo, opaco ed evanescente Spezia da trasferta. Non basta disporre dell’idolatrato Gilardino e, in senso lato, di uno tra i reparti offensivi più forti dell’intera categoria nel momento in cui manca chi “accende la luce”: il giocatore in grado di rifornire le punte e dettare l’ultimo passaggio. Un Diamanti, per esempio… Ma non è questo l’unico grattacapo per Fabio Gallo: anche quello del portiere (malissimo Saloni) è un grosso problema. Da risolvere quanto prima, anche attingendo al mercato degli svincolati.
Primo successo del Brescia della gestione Marino, trascinato dall’eterno Caracciolo. L’Airone ha fatto il bello e il cattivo tempo, mettendo alle corde la raffazzonata retroguardia pugliese. Tante, e inammissibili per una squadra di rango, le sbavature difensive commesse dai galletti. Non sempre possono bastare i guizzi di Galano e Improta per togliere le castagne dal fuoco e ovviare alle amnesie di un pacchetto arretrato incerto e sbalestrato. Questo il peccato originale di una squadra con troppi attaccanti e alternative ridotte all’osso in difesa. Che continua a non convincere.
Fonte: www.tuttob.com