Esce a testa alta il Foggia di Zdenek Zeman, che per quasi 20’ aveva accarezzato l’idea di pescare una testa di serie nei quarti di finale di playoff.
A passare invece è l’Entella di Gennaro Volpe, che dopo essersi portata in vantaggio nel 1° tempo, è riuscito a ribaltare completamente il risultato ed il proprio destino, segnando il definitivo 2 – 1 dopo l’espulsione di Andrea Schenetti.
La nota negativa della partita però è il fatto che il Foggia non sia riuscito a gestire il vantaggio numerico sia in campo che nel risultato, servendo alla fine un assist involontario con Girasole a Capello, che di fatto porta i liguri al prossimo turno nella competizione.
Chapeau, ancora una volta, ai tifosi rossoneri che hanno riempito il Comunale di Chiavari e che con la terza serie, e questo verrà ripetuto all’infinito, non c’entra nulla.
Andiamo ora a vedere i Top & Flop dell’ultima partita stagionale dei rossoneri.
Top
Davide Petermann: il numero 25 conclude la sua 1° stagione in rossonero decisamente in positivo. Inizialmente collocato in panchina ad inizio stagione, mostra tutto il suo talento da mediano, ruolo fondamentale in un centrocampo zemaniano tutto corsa e rapidità. Il suo gol ha permesso, anche se per poco, di raggiungere i quarti di finale di questi infiniti playoff.
Pietro Martino: rivalutato da Zeman nelle ultime uscite stagionali, le prestazioni del numero 27 sia all’andata che al ritorno sono un segnale positivo che il periodo no è ormai alle spalle. Corre avanti e dietro sulla fascia sinistra, per poi traslocarsi sulla destra dopo l’ingresso in campo di Nicolao. Risponde presente ad ogni sortita offensiva rossonera dalle corsie laterali.
Flop
Alessio Curcio: prestazione impalpabile per il numero 10 rossonero, che non riesce come all’andata a spaccare la partita con un tiro o un’azione degna di nota.
Domenico Girasole: in partite come queste, l’esperienza di uno come Di Pasquale avrebbe potuto fare la differenza. Un suo rinvio impreciso regala di fatto a Capello la palla della vittoria, pagata poi con un giallo per essersi tolto la maglietta di gioco.
Marco Gabriele Scopece