Bari, tre sconfitte nelle ultime quattro gare. Urgono riflessioni su Marino
Due mesi dopo la scossa non c’è stata. Ma fosse solo quello, il problema. Perché nelle ultime uscite si nota anche una preoccupante involuzione: dal pareggio esterno contro la Feralpisalò, anche quando si è vinto, non ci sono mai state vittorie o prestazioni convincenti. Sempre un Bari a corrente alternata, capace di fare una buona partita solo a metà e poi di essere vittima delle sue fragilità, delle sue debolezze. Che ad inizio campionato in parte si intravedevano, ma erano comunque nascoste da una buona solidità ed organizzazione tattica. Ora, invece, non si trova e né si identifica alcun punto di riferimento. Inutile girarci intorno: la gestione Pasquale Marino, sin qui, non ha portato ai risultati sperati. Ed il tutto sommato passabile primo mese di gestione era poggiato su fragili certezze, presto spazzate via. Tatticamente come gioca il Bari? il 4-3-3 arriva dopo aver provato persino il 3-5-2 o il 4-2-3-1. Difficile sicuramente trovare una quadra con poche risorse a disposizione e infortuni che non aiutano.
Intendiamoci: il tecnico siciliano – al pari di Mignani – è l’ultimo dei responsabili della situazione attuale del Bari. Squadra che sul mercato di gennaio dovrà essere rivoluzionata per portare a termine la stagione senza eccessivi patemi d’animo. Ma in questo momento non sembra il profilo più appropriato per risollevare le sorti dei biancorossi come si desidererebbe. Involuzione tecnica, caratteriale e tattica che è anche nei numeri: a La Spezia (checchesenedica sull’atteggiamento da parte del diretto interessato) è infatti arrivata la terza sconfitta nelle ultime quattro gare, considerando le prove opache contro Venezia e Lecco. E’ davvero il caso di proseguire con Pasquale Marino in panchina? Le sfide contro Cosenza e Sampdoria daranno presumibilmente risposte definitive. In assenza di un colpo di reni pare opportuno rifletterci bene.