Dietro la lavagna: il delirio del week-end per Catanzaro, Pro Patria e Ascoli
Ore frenetiche di calciomercato e le società sono tutte impegnate a imbellettarsi per rendere le rughe dell’estate meno evidenti con il freddo invernale. Sono molti i club che hanno bisogno di un ritocco per gli errori sul mercato estivo. La domanda è: basterà?
In attesa che i posteri si riuniscano, noi sfoggiamo questo nuovo appuntamento con i “Dietro la lavagna” di TLP che aiutano a rendere più nevrotiche le trattative del mercoledì mattina.
> Catanzaro:
La passione per i colori giallorossi ha portato ancora una volta il popolo catanzarese a rispondere presente alla chiamata delle aquile calabresi. Non sappiamo dirvi con certezza se si aspettassero una prestazione così scadente da parte dei propri beniamini. Il Benevento, primo in classifica con pieno merito, ha gestito la partita da vera capolista non concedendo nulla agli avanti catanzaresi. Stefano Sanderra ai microfoni della stampa ha cercato di difendere ciò che ormai è indifendibile aspettandosi rinforzi dal mercato. Quella che vi raccontiamo per molti è una leggenda, per altri è realtà: un cronista chiese all’allora presidente del Catania Massimino se alla sua squadra mancasse l’amalgama. Il patron del club rossoazzurro: “Chiederò al direttore sportivo di comprarlo”.
Quello che manca al Catanzaro, oltre a degli acquisti di qualità, è la grinta e la voglia di uscire dalle secche della classifica. Tutte cose che non si trovano nel mercato di riparazione.
SPROFONDO (GIALLO) ROSSO
> Pro Patria:
Nelle scorse settimane il nuovo allenatore dei tigrotti, Marco Tosi, aveva spronato l’ambiente a essere meno critico e più pronto a sostenere i suoi ragazzi. A suo modo di vedere la squadra aveva bisogno del sostegno e non dei mugugni di chi va allo stadio.
Se il tifoso dovesse basarsi sull’impegno le cose sarebbero pacifiche da un pezzo: dieci e lode. Il problema sono le amnesie difensive che la difesa dei tigrotti mette in evidenza. Nel derby contro il Pavia – perso 2-3 – gli errori (o colpi di sonno) sono costati un pareggio che avrebbe fatto morale.
Tosi è ammirevole nello scegliersi situazioni disperate, provando a dare un senso a stagioni che nascono sotto una cattiva stella, salvo alla fine trovarsi con il cerino in mano.
CATTIVE ABITUDINI
> Ascoli:
Battuta d’arresto pesante per la banda di Mario Petrone, sconfitta per 3-0 a L’Aquila da una squadra, quella di Zavettieri, che – col senno di poi – se avesse iniziato la stagione con lui alla guida tecnica chissà dove potrebbe trovarsi ora.
Dovendo punire e non premiare, questa volta il nostro occhio critico si rivolge alla supponenza con cui l’Ascoli ha affrontato la trasferta del “Fattori”. Nei primi quarantacinque minuti L’Aquila ha fatto ciò che voleva, sfruttando la poca determinazione di una squadra, quella bianconera, che non appena cala in intensità diventa vulnerabile come poche. Il 2-0 al termine del primo tempo è stato reso più rotondo dal gol di Djuric (in precedenza erano andati in rete Virdis e Sandomenico) che ha messo a nudo l’aspetto caratteriale che è mancato nei novanta minuti in terra d’Abruzzo.
PULP FICTION