Dietro la lavagna: i primi freddi annebbiano le idee, e non solo quelle…

Dietro la lavagna: i primi freddi annebbiano le idee, e non solo quelle…

Mentre ancora si mastica amaro e si cerca nell’allenamento settimanale il modo più sicuro per sfogarsi in attesa dei prossimi novanta minuti, ecco che arriva come ogni mercoledì mattina la rubrica che TuttoLegaPro.com dedica al brutto della giornata appena trascorsa in Lega Pro: “Dietro la lavagna”.

Con sarcasmo e spesso con critiche al veleno, si punisce la squadra o il protagonista che si è contraddistinto per degli errori che vanno segnalati con il cerchietto rosso, un po’ come le note a scuola sul registro di classe.

> Novara:

I piemontesi sembrano essersi passati il testimone con il Como, relegato giusto una settimana fa’ dietro la lavagna per la prestazione incolore proprio contro la squadra di Mimmo Toscano. Il Novara ha voluto porgere l’altra guancia – con il disappunto del proprio allenatore, s’intende – finendo per cadere in maniera rovinosa a Vicenza contro un Real Vicenza sempre meno sorprendente e solido nel suo atteggiamento in campo. Doti che il Novara sembrava aver finalmente fatto sue con la scia positiva di quattro vittorie di fila che l’avevano proiettato ai margini della zona che conta.

Come spesso succede, una buccia di banana ha fatto cadere parte delle certezze acquisite in queste settimane. Nulla di drammatico, ma i tre ceffoni del “Menti” non sono passati del tutto inosservati. La prestazione è stata deludente, come se i quattro gol rifilati al Como non più tardi di dieci giorni fa’, abbiano svuotato mentalmente il Novara.

Il Real Vicenza ha azzannato la partita fin dal primo minuto, rendendo la squadra di Toscano più piccola di quello che i novanta minuti e il punteggio potessero raccontare. In questo caos per niente calmo, Francesco Vicari, difensore che nonostante sia un ’94 ha già sulle spalle 25 presenze in B, ha perso la bussola e la rete del raddoppio biancorosso è nata da un’incomprensione tra lui e il portiere Tozzo, con Malagò che ha ringraziato vivamente del gentile omaggio.

DOMENICA BESTIALE

> Tuttocuoio:

A guardare la classifica dei neroverdi sembra ingiusto punire i toscani. Il 4-0 di Gubbio è la classica giornata dove tutto va storto. Può capitare. “So ragazzi”, umoreggia Ezio Greggio nelle sue gag in televisione: questi ragazzi hanno bisogno anche di questi ceffoni per indurire la scorza, ancora troppo tenera. Non tutte le settim3ane troveranno uno come Massimo Loviso che trasforma in oro tutto quello che tocca, ma non può essere un’attenuante.

Partite come quella del “Barbetti” vanno subito archiviate alla voce: “wrong way”, percorso sbagliato. Domenica non è sceso in campo il solito Tuttocuoio: i ragazzi di Massimiliano Alvini possono perdere, ma quelli visti domenica sono una copia sbiadita. L’atteggiamento del tecnico dei toscani non cambierà di certo per una sconfitta del genere, ma avrà qualche rimprovero in più – da buon padre di famiglia – da fare ai propri figli.

TUTTOBUIO

> Lecce:

Ritornano ancora una volta i salentini in questa rubrica e lo fanno in maniera dirompente, come a voler smentire – con i fatti – tutto quello di buono che finora avevano fatto intravedere. Sabato in casa contro il Catanzaro, in una sfida dai colori sociali identici, la squadra di Lerda offre un primo tempo sontuoso in cui riesce a schiantare i calabresi, chiudendo la prima frazione sul 2-0. Il problema maggiore del calcio attuale è la voglia di non arrendersi mai che coglie chiunque scende in campo. Se un tempo un doppio vantaggio veniva recuperato una volta su dieci, adesso la forbice si è ridotta molto. Ed il Lecce è incappato in una ripresa dove ha permesso al Catanzaro – ancora fresco di shock post Moriero – di fare il bello e il cattivo tempo, riuscendo alla fine a trovare un pareggio che dopo i primi quarantacinque minuti neanche il più ottimista dei tifosi calabresi seduto sconsolato nel settore ospiti del “Via del Mare” avrebbe potuto pronosticare.

I cali di tensione si possono accettare, fanno parte del gioco, ma in un collettivo come quello salentino è impensabile farli durare tutta una ripresa, consentendo ad un avversario alle corde, di rianimarsi e trovare un pareggio che se non sa di miracoloso, ci va molto vicino. Ci sono stati momenti nel secondo tempo in cui nell’area di rigore del Lecce sembrava ci fosse un topo che gironzolava negli ultimi sedici metri, creando il panico, mentre non c’erano altro che i giocatori del Catanzaro a cui non pareva vero di poter rimettere in sesto una partita che rischiava di diventare una waterloo.

DEPRESSIONE GIALLOROSSA

Categoria: Serie C