Dietro la lavagna: il momento è catartico

Dietro la lavagna: il momento è catartico

Lo ammettiamo: ci aspettavamo di più da questa Lega Pro unica a sessanta squadre, invece questo inizio di anno zero sta lasciando a bocca asciutta molte bocche buone. A dire il vero ai piani alti non è che si sciali nell’entusiasmo di un gioco da ricordare. Antonio Conte, attuale Ct della Nazionale dopo aver iniziato in maniera spumeggiante, adesso inizia ad arrancare e le prime critiche gli hanno fatto perdere il sorriso. Se mai l’ha avuto, se non di ordinanza.

Ci perdonerete se abbiamo utilizzato questo spazio del mercoledì mattina de i “Dietro la lavagna” di Tlp per fare una considerazione -. neanch’essa così lusinghiera, rimanendo comunque in tema con questa rubrica – su un sistema calcio italiano che ha tanti di quei buchi che ormai anche le pezze per tappare le falle iniziano a scarseggiare.

Chiudiamo con due considerazioni:Divock Origi, belga classe 1995, gioca in nazionale. In Italia i 1995 se sono fortunati giocano in D. Quelli invece con meno santi in paradiso fanno la panchina in Lega Pro e aggiungiamo anche Martin Odegaard, 16 anni a dicembre (classe ’98!) e già una presenza in Nazionale norvegese (record come più giovane in campo in una gara di qualificazioni all’Europeo. Due giorni fa). 
> Roberto Floriano (Barletta):

Rimarrà negli annali come uno dei gol più belli del campionato ma, a parte i tifosi di Barletta e Benevento che erano presenti al “Puttilli”, gli altri non sapranno mai con chiarezza la traiettoria magica della conclusione di Alessandro Marotta che ha stecchito Liverani, portiere dei pugliesi. Purtroppo tra i tanti problemi che ha Sportube (la tv via internet che trasmette le gare di Lega Pro) c’è anche quello della scarsa reattività dei cameraman a riprendere le immagini più importanti.

Dovessimo bocciare la tv ufficiale della Lega Pro potremmo già aver sentenziato e passato ad altro, ma al “Puttilli” è successa un’altra cosa che ha del clamoroso: l’errore dagli undici metri di Roberto Floriano.

La punta dei biancorossi si è presentato davanti al portiere ospite Pane con il fare minaccioso di chi saprà come cogliere il risultato senza troppe difficoltà e rimettere in sesto una partita che fino al gol di Marotta era stata ad appannaggio del Benevento come mole di gioco.
Il problema dei calci di rigore – caro Floriano – è un po’ quello della vita: niente è deciso. Il caso è dietro l’angolo pronto a scompigliare teorie precostituite. Quel cucchiaio – meno mediatico di quello di Totti contro l’Olanda nella semifinale degli Europei del 2000 – aveva un sapore artistico, che non sempre fa rima con redditività. E difatti Pane dopo essersi accasciato su un lato pronto a raccogliere in fondo al sacco la sfera, si riprende un istante prima che il tuffo completasse la sua parabola e si trova il pallone tra le mani.

CUCCHIAIO DI LEGNO

> Francesco Moriero (Catanzaro):

Non sono stati giorni divertenti per il tecnico delle aquile, alle prese con due derby sentitissimi – Cosenza in Coppa Italia e Vigor Lamezia in campionato – entrambi persi. La tifoseria non l’ha presa benissimo e caso più unico che raro nell’era Cosentino, si è arrabbiata facendo sentire la propria delusione sotto forma di una contestazione che ha colpito in particolar modo il tecnico pugliese.

Non è molto fortunato Moriero nelle scelte di queste ultime stagioni: dopo aver vissuto l’esperienza di Grosseto, lo scorso anno ha provato a sfatare il mito del “nemo propheta in patria” nella sua Lecce alla guida dei giallorossi: esonero dopo cinque giornate e altrettante sconfitte.

A Catanzaro, bisogna dire che ha iniziato anche bene e la tifoseria gli perdonava anche qualche rischio e lo spettacolo latitante, ma la sconfitta interna in Coppa Italia contro il Cosenza (1-3) e le ingenuità di Maiorano nel derby di domenica contro la Vigor Lamezia (perso 2-1), hanno bruciato in meno di quattro giorni tutti i bonus che Moriero si era conquistato in questi
primi due mesi di campionato.

UMORE NERO

> Aversa Normanna:

C’è una certa idiosincrasia tra l’Aversa Normanna e i rigori. Non è la prima volta che inseriamo i granata in questa rubrica e ancora una volta per lo stesso motivo: i tiri dagli undici metri. Non staremo qui a fare l’ennesima filippica sulla bellezza perversa di quella corsa – per alcuni breve, per altri lunghissima – ma se ci dovessimo soffermare soltanto sull’esegesi del calcio di rigore, i giocatori dell’Aversa potrebbero raccontare gli effetti negativi che ha un tiro dagli undici metri sbagliato.

Un po’ come un ex alcolista che darebbe una lezione sull’impatto che ha l’alcool sul corpo umano.

C’è un problema: l’ex alcolista ha vinto la sua battaglia, la Normanna ha intrapreso una guerra contro i rigori e finora continua solo a perdere. In particolar modo in classifica. Se i rigori calciati alla prima giornata contro la Vigor Lamezia e sabato scorso contro il Melfi, fossero terminati dentro, a quest’ora Raffaele Novelli starebbe già prenotando il panettone senza canditi per Natale. Invece domenica andrà a Martina con la camicia fredda: se ci fischiano un rigore a favore?

NOTTI INSONNI PENSANDO A TE…

Categoria: Serie C