Follia a Crotone, calciatori presi a pugni e schiaffi
“Visto che ci avete fatto retrocedere che ci fate qui alle giostre? Non avete il diritto di divertirvi e perciò ve ne dovete stare chiusi in casa”. Questo più o meno il tono delle richieste minacciose che un gruppo di giovani tifosi rossoblù nella nottata di martedì ha rivolto ad alcuni calciatori del Crotone (una mezza dozzina tra cui Mogos, Cuomo e Mondonico) che con le famiglie si erano recati alle giostre che da qualche giorno stazionano in città in vista dei festeggiamenti in onore della Madonna di Capocolonna, protettrice della diocesi. Dalle minacce si è passati in pochi attimi alle vie di fatto (schiaffi e pugni) anche perché qualche calciatore non ha condiviso la provocazione e ha risposto per le rime.
Ne è nata un’aggressione vera e propria che secondo alcuni testimoni è stata di breve durata, ma che ha costretto i calciatori a lasciare in fretta e furia il luogo di divertimento. Per fortuna nessuno è dovuto ricorrere alle cure mediche, ma rimane la gravità dell’episodio. Paradossalmente, il fattaccio è accaduto a poche decine di metri dallo stadio dove quest’anno il Crotone, dopo l’inutile vittoria casalinga con la Cremonese, ha collezionato la seconda dolorosissima retrocessione di seguito. Un tonfo dalla Serie A alla Serie C che evidentemente qualche scalmanato, in vena di giustizialismo gratuito, non ha gradito.
La società del presidente Gianni Vrenna ha fatto subito da scudo ai propri calciatori pubblicando un comunicato sul sito ufficiale esprimendo la più ferma condanna verso la violenza in tutte le sue declinazioni e la piena solidarietà verso i calciatori coinvolti. Vasile Mogos, uno degli involontari protagonisti della serata, il giorno dopo ha rincarato la dose sul uno dei suoi profili social bacchettando gli autori dell’insano gesto. “Volevo dire solamente due parole a chi ci ha aggredito la sera scorsa alle giostre – scrive l’esterno difensivo romeno -. Ma voi davvero pensate di essere tifosi? Ma davvero pensate che dopo un anno chiusi in casa adesso che è finito il campionato e con la festa in città noi calciatori e le nostre famiglie dobbiamo restare chiusi in casa per fare la vostra felicità? Si può usare violenza davanti ai bambini in un luogo di divertimento solo perché si è retrocessi? È così che funziona? Per fortuna questo posto è fatto di persone per bene e bellissime che non si meritano tutto ciò così come non ce lo meritiamo noi. Ma voi che non so se definirvi persone, voi mi fate schifo“. (Gazzetta.it)