Lega Pro, pres. Gravina: “Final Four un successo. Iscrizioni? Fino al 30 giugno può succedere di tutto. Allenatori con la valigetta? Chi sa denunci”
72 ore fa è finito il campionato, con il Parma promosso in Serie B nell’ultima gara ufficiale stagionale del calcio italiano. Ma il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, è già al lavoro per la nuova stagione, che tornerà a chiamarsi Serie C. TuttoLegaPro.com ha intervistato in esclusiva il numero uno della terza serie per tracciare un bilancio del campionato andato in archivio e per capire come sarà la nuova annata.
Tra complimenti e critiche, sono terminate le Final Four, le prime di sempre del calcio italiano…
“I playoff hanno segnato un successo certificato da tantissimi osservatori. La Final Four è stata anche motivo di riflessione sul calcio italiano, permettendo alla Lega Pro di ribadire il suo ruolo centrale all’interno del sistema federale. A proposito di complimenti, ci tengo a sottolineare quelli arrivati dal Ministro dello sport e dal presidente dell’UEFA, a riprova che forse qualcosa di buono l’abbiamo fatto. Alla finale erano presenti più di cento giornalisti, non solo italiani: tra le testate accreditate vi era anche Al Jazeera, punto di riferimento nel mondo arabo. Inoltre abbiamo avuto un incremento significativo di quella parte di pubblico non strettamente legata alle tifoserie. Certo, ci sono delle criticità che fanno parte dei percorsi innovativi. Qualcosa sarà sicuramente implementato all’interno di un format che si è dimostrato vincente”.
Come giudica la scelta di Firenze?
“L'”Artemio Franchi” è stato individuato sia per il nome che porta, ossia del primo presidente della Serie C, sia perché Firenze è sede della Lega Pro ed è la culla dell’umanesimo, simbolo del rilancio culturale che da tempo portiamo avanti”.
Non giocare negli stadi delle semifinaliste ha creato più di un malumore…
Mi dispiace ma il format ha punti di forza e qualche criticità. Noi dobbiamo valorizzare il nostro prodotto per aiutare le società, e questo può a volte richiedere anche qualche sacrificio.
La tribuna Maratona era vuota e l’effetto in TV non è stato dei migliori? Dispiace per l’effetto scenico ma a me interessa il progetto nella sua globalità. E non dimenticherò mai il calore e la correttezza dei tifosi della squadra sconfitte che hanno continuato per 20 minuti ad applaudire la propria squadra. Queste sono immagini di fairplay storico. Ed è straordinario aver contato tantissimi bambini con le loro famiglie.
Molti, insomma, ne fanno una questione quantitativa mentre a me piace tener d’occhio l’aspetto qualitativo. Ribadisco che le criticità ci sono state e alcune cose non hanno funzionato. Nell’ambito dei tabelloni, ad esempio, forse dovremo individuare delle teste di serie. Anche se in finale, comunque, sempre due squadre ci arrivano, pur se le seconde qualificate sono tre”.
Lo spettacolo, alla fine, è stato di primo piano nonostante il caldo a tratti africano…
“Giocare la finale alle 18 non è stata una scelta della Lega ma un motivo di ordine pubblico: noi avevamo individuato le 20:45 come orario. Se poi è una colpa aver beccato il giugno più caldo degli ultimi 15 anni, ci prendiamo anche questa.
Dal punto di vista del risultato devo dire che sono arrivate in finale due squadre importanti, le più concrete, anche se ci sono state squadre che hanno espresso un buon calcio: mi riferisco al Pordenone e alla Reggiana. I ramarri sono arrivati a un passo dalla finale, a dimostrazione che quando si azzera tutto, ogni cosa può succedere. Son felice che tante squadre abbiano avuto la possibilità di giocarsi un posto in Serie B: sarebbe stato troppo comodo e riduttivo lasciare la stessa formula del passato”.
Passiamo alla nuova stagione: come ogni anno diverse società sono a rischio…
“Da qui al 30 giugno può succedere di tutto, con sorprese sia positive che negative. Sento maghi che prevedono disastri da tutte le parti. Sono molto più realista, il problema è molto semplice: ancora una volta tutti sono concentrati sulla Serie C, nessuno rileva ad esempio che in B una società è già fallita (il Latina NdR). Io guardo in casa mia: quest’anno dobbiamo privilegiare la qualità della competizione, difendere e tutelare coloro che hanno rispetto per le regole. Non deve più accadere che una società virtuosa retroceda per far posto a una squadra con i conti in disordine: per me significa barare. Per questo i controlli, dal 30 giugno a seguire, saranno della massima severità e attenzione. Se poi saranno 60 le partecipanti sarò molto contento. E se non arriveremo a 60 squadre me ne farò una ragione. Dobbiamo cominciare a ragionare con la logica della qualità. A tal proposito sono felice di dichiarare che il rapporto tra i ricavi e il costo del lavoro è passato dal 95%, una follia,anticamera del fallimento, al 78%, con l’obiettivo di scendere fino al 60%. Ed è aumentato il patrimonio netto dei club di Lega Pro: le squadre spendono meno, sono più attente ai conti e prendono molti meno punti di penalizzazione rispetto al passato”.
Il nuovo campionato non vedrà ai nastri di partenza piazze dai numeri importanti come Parma e Foggia. Sarà un problema?
“Sono felice per la promozione di queste grandi squadre, non posso essere egoista e pensare che debbano rimanere in Lega per aumentare l’appeal. Non sarei un presidente leale e onesto. Inoltre questa è la Lega dei campanili, del territorio, dei gonfaloni: è una Lega che sta scoprendo una sua progettualità autonoma a prescindere da chi la compone. Ricordiamoci inoltre che saranno ancora con noi il Lecce, che ha battuto il record di abbonamenti di tanti club di Serie A, e il Catania, una realtà che sta crescendo e che sarà di stimolo per l’appeal di campionato. E purtroppo è retrocesso il Pisa, che nel campionato precedente, in Lega Pro, ha avuto record pazzeschi di pubblico. Ci sono anche tante altre città importanti unite a società più piccole ma che hanno voglia di essere protagoniste: in fondo il bello dei campanili è proprio questo”.
Capitolo ripescaggi: tanti club in lizza, nonostante il “solito” fondo perduto, questa volta di 300mila euro.
“Sono sincero: non mi piace l’idea. Se vogliamo qualità il contributo deve essere di garanzia, da restituire in caso di comportamento onorevole come una fideiussione, non una tassa da pagare. Ma le regole sono regole: come sempre ho fatto, le rispetterò e le farò rispettare”.
A proposito di regole, quali saranno quelle sui giovani?
“Ogni squadra potrà inserire in rosa un massimo di 14 over, ossia nati dal 1994 in su. Due in meno rispetto alla passata stagione e non lo vedo come un problema, visto che alcune società ne hanno avuti solo 3-4 e che la media complessiva nell’ultimo campionato è stata di 7-8. Per under, ovviamente, intenderemo quei calciatori classe ’95 o più giovani”.
Chiusura sui direttori senza tessera e sugli allenatori con la valigetta…
“Sento tante chiacchiere ma vedo pochi fatti: se qualcuno ha le prove le porti e noi denunceremo il tutto, come abbiamo sempre fatto. In questo non ho mai guardato in faccia a nessuno e continuerò su questa strada. Quindi, ripeto: chi sa non produca solo chiacchiericcio ma porti le prove a noi o alla Procura Federale”.