Lega Pro: una riforma di nessuna crescita qualitativa

Eziolino, il “totem” a briglia sciolta? Direttore sportivo un ruolo bistrattato ed in estinzione. Antonio Conte ha scoperto l’uovo di Colombo.

Eziolino (Capuano, mister dell’Arezzo, ndr), sei inguaribile, te le vai proprio a cercare. Quella delle “checche” e  dell’ Arcigay che si rizzela, però, mi fa sorridere. Non ti conoscono quei signori. Non sanno che, in cuor tuo, non ti saresti mai permesso di offenderli. Che ogni riferimento ai loro “attributi” è stato puramente casuale. Frutto di una strategia comportamentale che è insita nel tuo carattere, che può sembrare impulsivo solo a chi non ti conosce. Non sanno che il tuo voleva essere soltanto un messaggio subliminale al tuo presidente. Ti manca un attaccante. Come il pane. Anche se tu sei abituato, dopo tanti anni di gavetta, a friggere il pesce con l’acqua minerale. Un attaccante, da doppia cifra che stia nei sedici metri e la metta dentro, ti è indispensabile. Ferretti, il tuo presidente, doveva essere messo di fronte alla realtà. La sconfitta di Alessandria, per come è maturata, te ne ha offerto la possibilità migliore. Servita su di un piatto d’ argento. Montini, il giovane ed imberbe Montini, al quale hai regalato un momento di celebrità non gradita, le “palle” senza dubbio le ha. Certamente, però, non ha la tempra e l’ esperienza, necessaria per destreggiarsi, con successo, nei sedici metri dell’ area avversaria. Certamente questo, volevi intendere. Soltanto questo. Te ne voglio rendere atto. Che ti piace e che, seppure non corrisposto, corteggi Chevanton (solo per le sue doti realizzative, che lo sappiano all’ Arcigay) ora lo sa anche Ferretti. Ha compreso, il Ferretti, che un attaccante, esperto, deve comunque arrivare ad Arezzo. Questo era quello che ti stava maggiormente a cuore e questo si dovrà verificare. Il popolo amaranto, sapientemente indottrinato, è dalla tua parte e la Società può e deve soltanto assecondare le tue richieste.

Ho letto recentemente che ti senti un “totem” del calcio italiano. Un “divino”, nel termine letterale della parola, come intendevano gli indiani. O, meglio ancora, un Alex Ferguson, come direbbero al di là della Manica. Eziolino, con l’ onestà intellettuale e la schiettezza che ti contraddistingue, come tu stesso reciti sovente. Che dici, ti devi dare una calmata?!

Che la riforma dei campioni di Lega Pro abbia deluso le aspettative e non abbia sortito grandi effetti positivi è sotto gli occhi di tutti. Molti sono i presidenti di quella categoria che denunciano pubblicamente la sovra esposizione delle loro Società nel partecipare a quel campionato. La necessità di far quadrare il bilancio ha influito negativamente sulle prestazioni sportive. La qualità tecnica si è impoverita. I settori giovanili non danno produzione, gli “zainetti” ed i raccomandati non regalano spettacolo, nelle squadre “primavera” giocano prevalentemente gli stranieri. La carenza dei ricavi, per sopravvivere, ha però imposto, a molti, la necessità di mandare in campo squadre composte in prevalenza da giovani. Nei limiti di età imposti dalla Lega. Determinante per accedere alla ripartizione dei proventi economici. Ragazzi senza alcuna esperienza vengono sovente esposti a brutte figure. Il passaggio di categoria crea spesso traumi insanabili nella gestione amministrativa e nel bilancio. E’ arrivata la stagione dei deferimenti. Maledetta fidejussione, in cinque sono già sulla graticola. Da Reggio Calabria si sono già alzate grida di allarme. Solo l’ orgoglio di chi ha scritto la storia dei granata, in serie A, impedisce a Lillo Foti di mollare gli ormeggi. A Monza squadra e tifosi vivono una situazione surreale, l’armonia quotidiana è guastata da liti e ripicche tra i responsabili della Società. In altre piazze dove badano solo ai risultati della domenica vivono in perenne carenza di cassa. La chiama di fine stagione farà ancora vittime illustri. Inevitabilmente.

Occorre una rifondazione più che una semplice riforma. Due gironi, da 18 squadre, in serie B e 40 squadre in Lega Pro. Nel gradino più in basso un sano ritorno al semiprofessionismo, che la serie D, così come è concepita, non ha più motivo di esistere. E poi che si riconoscano i diritti di quelle Società che dimostrano concretamente la loro forza economica. Come pretenderebbero i regolamenti. Se il Sassuolo gioca ora a Reggio Emilia, la Correggese poteva giocare, tranquillamente e con pieno merito, a Carpi ed il Porto Tolle a Rovigo, ma in Lega Pro.

Intanto, nel bailamme delle attribuzioni delle qualifiche ufficializzate dai corsi organizzati dal Settore Tecnico della Figc molti “bamboccioni” debbono ancora decidere cosa faranno da grandi.  In questo aiutati da norme lacunose che permettono la ricorrente sovrapposizione dei ruoli. Nel vuoto di potere che si sta vivendo accade di tutto. La politica del faccendiere prevale, sempre, sulle capacità del professionista. Chi fino a ieri ha fatto il procuratore si ritrova (per raccomandazione) a operare, per esempio, in un ruolo sempre più bistrattato ed in estinzione: il direttore sportivo. Nel merito, la tacita approvazione delle istituzioni del calcio è sconcertante.

Nota a margine: Antonio Conte ha scoperto l’uovo di Colombo. Si è accorto, da responsabile della nazionale, dell’inutilità di visionare le gare del nostro massimo campionato. Giocano solo calciatori stranieri. Dimentica, evidentemente, che accadeva anche quando lui allenava la Juve, il Bari o il Siena.

A tal proposito un consiglio: si confronti con Lotito, Macalli e Tavecchio sulla necessità, immediata, del “fare”…

 

Categoria: Serie C