Lega Pro… tagonisti: il concerto del Califano di Matera urlando forza Pallalpiede

Lega Pro… tagonisti:  il concerto del Califano di Matera urlando forza Pallalpiede

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione – sole che batte sul campo di pallone – e terra e polvere che tira vento – e poi magari piove – Nino cammina che sembra un uomo – con le scarpette di gomma dura – dodici anni e il cuore pieno di paura.  Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore – non è mica da questi particolari  – che si giudica un giocatore – un giocatore lo vedi dal coraggio – dall’altruismo e dalla fantasia.  E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai

di giocatori tristi che non hanno vinto mai – ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro – e adesso ridono dentro al bar – e sono innamorati da dieci anni – con una donna che non hanno amato mai – chissà quanti ne hai veduti – chissà quanti ne vedrai. Nino capì fin dal primo momento – l’allenatore sembrava contento – e allora mise il cuore dentro le scarpe – e corse più veloce del vento – prese un pallone che sembrava stregato – accanto al piede rimaneva incollato – entrò nell’area tirò senza guardare – ed il portiere lo fece passare – ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore – non è mica da questi particolari – che si giudica un giocatore – un giocatore lo vedi dal coraggio – dall’altruismo e dalla fantasia. Il ragazzo si farà – anche se ha le spalle strette – quest’altr’anno giocherà – con la maglia numero sette. 

“La leva calcistica del ’68” di Francesco De Gregori.

Questa settimana, per salutare settembre abbiamo scelto questo brano del cantautore romano. Non una scelta a caso, ma ponderata, in special modo dopo aver visto i tanti, troppi errori che hanno condito questo avvio della stagione 2014/15: non abbiate paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.

> Alessandro Ranellucci (FeralpiSalò):

Dopo essere partito dall’Avezzano in D, per poter festeggiare il suo primo gol in carriera, Alessandro Ranellucci da Priverno, piccola località in provincia di Latina, ha dovuto attendere sette anni, in un derby tra la sua squadra di allora, la Valenzana e la Canavese. Il campionato era quello di Seconda Divisione. Quella stagione da protagonista l’ha portato a giocare per quattro anni con i bianchi della Pro Vercelli, dove si è tolto la soddisfazione di poter calcare i campi della serie B alle soglie dei trent’anni.

Chiusa la parentesi con i piemontesi, ha voltato pagina e si è accasato alla FeralpiSalò. Con i gardesani domenica è stato il match winner della partita contro la Torres, arrivando a siglare una doppietta. Per uno come Ranellucci abituato a segnare con il contagocce, quelle due reti sono state l’avverarsi di un sogno ad occhi aperti.

In un momento particolare per le difese, in particolar modo in questo avvio di stagione in Lega Pro, Ranellucci si è eretto a paladino dei difensori. E pensare che nella sua carriera aveva segnato in dieci anni quattro gol, in una domenica ne ha segnati la metà. Quando la caparbietà ha la meglio sulle critiche.

MEMENTO AUDERE SEMPER

> Pallalpiede:

Domenica 20 settembre, una squadra di detenuti, il Pallalpiede,ha esordito in un campionato di calcio sotto l’egida della Figc. Il campionato è quello di Terza Categoria veneta, girone C. Direttamente dal carcere “Due palazzi” di Padova, hanno affrontato il San Precario, in un gioco degno di un film: detenuti privi della libertà contro gente (precaria) in cerca di una libertà diversa. Alla fine il Pallalpiede ha perso 2-1, ma il valore di quei novanta minuti va ben oltre il punteggio del campo. Lo sbaglio di una persona non deve far perdere la speranza in un futuro diverso. Il volo di un uomo non dipende dalle ali bagnate, ma dalla volontà espressa per riuscirci.

UN CALCIO OLTRE LE SBARRE
> Giovanni Di Noia (Matera):

Non è da tutti avere vent’anni e poter dire: “Ho fatto gol a Pisa, Salerno e Catanzaro”. Giovanni Di Noia può apertamente vantarsi di una cosa simile perché l’ha fatto.

Avrà anche la sfacciataggine dei suoi vent’anni, ma poter sfoggiare un palmares con vittime simili non è proprio da tutti. Nato a Bari e cresciuto calcisticamente nel club pugliese ha iniziato a girare l’Italia andando in prestito al Pontedera. Sotto la guida di Paolo Indiani ha curato alcuni aspetti del suo gioco, portando il tecnico della Under 20 di Lega Pro, Alberigo Evani a convocarlo in maglia azzurra.

Centrocampista di sinistra, Giovanni (classe 1994) dopo aver terminato la sua esperienza in Toscana è tornato all’ovile, pronto a mettersi in gioco con la maglia del suo Bari. Il club biancorosso ha preferito fargli fare un passo in avanti mandandolo al Matera. Per testarlo in una piazza del sud e valutare come risponde alle sollecitazioni di un ambiente sicuramente diverso da Pontedera.

E pensate che lui si sia abbattuto? Domandare al Catanzaro che mercoledì sera quando ormai l’1-1 era il risultato più logico, si è divertito a scombussolare i piani dei giallorossi, facendo saltare il banco e consentendo al Matera di espugnare il “Ceravolo”.

Dopo l’“Arechi” di Salerno il 17 marzo del 2013, l’“Arena Garibaldi-Romeo Anconetani” di Pisa il 6 ottobre del 2013, da mercoledì sera un’altra vittima si è aggiunta al suo elenco. Di Noia ha il vizietto di scegliersele di un certo livello, portando avanti il motto che sia meglio essere protagonisti in palcoscenici importanti, che comprimari tra i tanti.

TUTTO IL RESTO E’ (DI) NOIA…

Categoria: Serie C