Lega Pro…tagonisti: una domenica da cuori impavidi

Lega Pro…tagonisti: una domenica da cuori impavidi

«Ho giocato a calcio per quarant’anni, di cui undici di fila, senza riposarmi mai, nemmeno per una domenica, nemmeno con la febbre e con gli acciacchi. Quarant’anni trascorsi con la faccia affondata nell’erba, o nel fango, o sulle righe di gesso dell’area di rigore, con gente pronta a staccarti la testa pur di arrivare un secondo prima di te su una palla. Qualche volta ho perso, più spesso ho vinto, ma questo non è così importante. Mi hanno chiamato mito, monumento, leggenda. Le mie mani sono finite in un francobollo commemorativo firmato da Guttuso. Ho giocato a scopone con Sandro Pertini, scherzato con Karol Wojtyla, viaggiato con Gheddafi, mi sono confidato con Gianni Agnelli. Ho conosciuto ladri, poeti, eroi, capi di stato, bancarottieri, alcolisti. E oggi, dopo tutto questo, posso dire che aveva ragione nonna Adelaide, friulana dura come il mogano ma dolcissima: “È passato Napoleone che aveva gli speroni d’oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto”.

“Dura solo un attimo, la gloria” – Dino Zoff

La prossima giornata di campionato è ormai alle porte, ma prima che tutto passi nel dimenticatoio, TuttoLegaPro.com intende premiare con questa rubrica de i “Lega Pro…tagonisti” tutto ciò che di bello c’è stato nel week end appena trascorso.

> Melfi:

Sembra di rivivere la versione al contrario de i “Dietro la lavagna”, dove abbiamo bocciato tre – al momento presunte – protagoniste che lo scorso fine settimana hanno deluso le aspettative. L’impresa del Melfi – aiutata dal fatto che il Benevento negli ultimi minuti ha giocato in dieci uomini – rimane comunque da annotare nelle cose di un certo spessore dell’ultima di campionato.

Ci voleva tutta la forza della disperazione dei lucani per raggiungere un pareggio (da 2-0 sotto in casa) che visto con un’ottica più lungimirante a fine stagione può significare salvezza. Quando la disperazione apre vie che la ragione ha abbandonato. Però limitarsi a questo sarebbe ridurre l’opera del Melfi ad un colpo di fortuna. Invece dietro questo pareggio c’è la preparazione di un uomo silenzioso, che nelle sue interviste bada all’essenziale: Leonardo Bitetto. La sua mentalità è insita nel gruppo a sua disposizione. Un allenatore quando prende le redini di una squadra ha come pensiero principale proprio questo: entrare nella testa dei suoi ragazzi e portarli ad essere un solo uomo, con un unico obiettivo.

Peccato che a Melfi non si possa volare più in alto – i fichi secchi sono il piatto principale -, nonostante questo, vedere il tecnico pugliese lottare per un obiettivo diverso dalla salvezza avrebbe un certo non so che di rivalsa dopo che negli ultimi due anni e mezzo in terra di Lucania ha portato con sé ottimi risultati. Il pareggio di domenica contro il Benevento è la cartina di tornasole di un allenatore che ha ottenuto meno di quello che ha seminato.

IL SILENZIO E’ D’ORO

> Ivan Lendric (Sud Tirol):

Dobbiamo ammettere che questo attaccante venuto dall’Est non lo conoscevamo. Fortuna che Lendric ha subito colmato questa nostra mancanza con prestazioni importanti e se nelle prime giornate il suo contributo veniva a partita in corso, domenica ad Alessandria è partito nell’undici titolare, segnando un gol dei suoi. Così chi non lo conosceva, ha avuto modo di imparare ad apprezzare le sue doti di attaccante di un certo livello. Vero rapace dell’area di rigore, in tanti lo paragonano a Filippo Inzaghi – uno abituato a segnare ad a occhi chiusi -. Probabile che abbia le stimmate per fare strada. In coppia con Fischnaller sono già letali, se a questi ci aggiungiamo Fink e Branca, ci rendiamo conto di quale potenziale non indifferente si trovi tra le mani Claudio Rastelli.

La scorsa stagione è arrivata la finale play off: la Pro Vercelli è apparsa più forte dei biancorossi. Quest’anno la lotta è serrata e la classifica al momento è cortissima. Con la stagione invernale alle porte, tutto può accadere. Le partite si vincono sugli episodi e Lendric – tornando al protagonista di questa settimana – sembra viverci in questi momenti, pronto a renderli più redditizi per sé e il Sud Tirol stesso.

L’UOMO VENUTO DALL’EST
> Antonio Santurro (Savoia):

Come TuttoLegaPro.com con questo portiere, classe 1992, non siamo mai stati in questo inizio di stagione così teneri. Anzi, lo abbiamo criticato in maniera aspra e non intendiamo tornare indietro. Come gli abbiam tolto, allo stesso tempo gli concediamo questa vetrina. Dopo due stagioni al Renate, il ragazzo nato a Parma e uscito dalle giovanili dei ducali, è sceso fino in Campania nel neopromosso Savoia. Magari l’emozione delle prime giornate in un girone ostico come quello meridionale – a lui sconosciuto -, deve avergli giocato brutti scherzi, al punto che avevamo ipotizzato un ritorno immediato tra i pali di Raffaele Gragnaniello – ancora non al top della condizione dopo l’infortunio che l’ha costretto a lavorare per recuperare – pronto a bruciare le tappe per aiutare il Savoia.

Finalmente i risultati e con essi la tranquillità, stanno facendo intravedere a Santurro e la squadra in toto, un barlume di luce. Le critiche sembrano essersi stemperate, il clima è diverso. Nell’ultima giornata di campionato in casa contro il Barletta (0-0 il finale) il numero uno dei torresi ha esaltato il suo momento positivo con alcune parate degne di nota. Sembrano lontani i tempi in cui Santurro non ne imbroccava una.

GHIACCIO ROTTO

Categoria: Serie C