Salernitana: Discutibili le sostituzioni di Menichini

Salernitana: Discutibili le sostituzioni di Menichini

Ora Menichini ha una settimana per sperare di recuperare qualche elemento e di preparare una trasferta che ha un sapore “vintage”, per i tanti trascorsi, ma la Salernitana, forse, si esprime meglio fuori dalle mura amiche dove non è costretta a fare la partita e dove, gioco forza, sono gli avversari a dover fare qualche cosa in più, almeno sotto il profilo psicologico”.   E’ in questo modo che terminava il punto sulla tattica settimana scorsa e, manco a farlo apposta, così è stato. Gli avversari hanno fatto qualcosa in più, ma la Salernitana, che ribadiamo, gioca meglio in trasferta per non essere costretta a fare la partita, è scesa in campo con grinta ed orgoglio sopperendo anche alle notevoli differenze fisiche che, purtroppo, sono emerse in campo. Una buona gara, da un punto di vista tattico, quella della Salernitana che, in novanta minuti, ha sbagliato poche cose, ma purtroppo determinanti.

Cerchiamo di analizzarle: ha voluto fortemente limitare le incursioni degli esterni bassi per evitare di farsi attaccare sulle fasce. Questo ha funzionato decisamente bene, facendosi trovare impreparata solo in poche, se non rare occasioni; la distanza tra i reparti non è stata ottimale, spesso la diga davanti alla porta non accorciava la squadra; la lettura della partita aveva necessità differenti e questi errori possono aver determinato anche il pareggio della squadra avversaria. La squadra granata,però, ha carattere, forza e determinazione e queste caratteristiche non le inventi e non le trovi in tutte le formazioni che militano in Lega Pro. Se si è imbattuti in questo torneo è anche merito di questo punto di forza e se ci fosse quel sacrosanto e benedetto gioco o almeno una maggiore propensione alla sua ricerca, questa squadra potrebbe essere davvero da primato solitario. La partita, tutto sommato, si mette subito sul binario giusto, si parte dal sesto, quando Nalini annuncia un cross e Calil raccoglie l’invito e …. Il treno fischiò! Pronti via e la Salernitana va in vantaggio, il Foggia non si perde d’animo e riparte alla ricerca del gioco e ci prova facendo densità su una fascia per poi girare velocemente sul lato opposto. Bene la copertura e quando non riesce ci pensa Gori a chiudere la porta. I satanelli ci provano anche per vie centrali, cercando uno scambio veloce di imbucare la muraglia granata, che resiste e lotta con stoicismo, anche quando Pestrin perde palla e il Foggia riparte velocemente fino a portare al tiro Cavallaro, mentre sono frequenti gli inserimenti senza palla dell’ex Agnelli, apparso calciatore ben più interessante rispetto a quello visto all’opera a Salerno. Nella prima frazione, alla Salernitana manca solo una migliore gestione della palla e qualcuno che possa “addormentare” ritmi e partita.

Nella ripresa la formula rossonera non cambia: testa bassa, sovrapposizioni e tentativi di penetrazione per vie centrali. La Salernitana soffre, sembra essere ad un passo dal crollo, ma reagisce e trova la via della porta in diverse circostanze, grazie anche all’estro di Negro che funge da collettore del gioco granata. La partita s’infiamma, la Salernitana da la sensazione di tenere meglio il campo. Ora ci vuole la mano dell’allenatore che legga bene le mosse e ne valuti velocemente “i costi e le opportunità”. E qui che questa volte è carente la Salernitana. Ad un quarto dal termine, sembrava ci volesse un centrocampista dalla testa e dai piedi buoni che fungesse da “catarifrangente” e da “metronomo”, invece, via Volpe e dentro Mounard. Nulla cambia per i granata, la squadra non si assesta e non assesta la partita raddoppiando. Questo l’errore tattico più grave, questo è quello che, potrebbe aver dato il la alle ultime esili speranze della formazione rossonera che ha sempre corso e ci ha sempre creduto fino alla fine. Ebbene, arriva l’errore di piazzamento, la squadra si trova sbilanciata, i reparti sono troppo distanti tra loro e riescono a far percorrere troppo campo con la palla al piede all’ex Agnelli che trova buco e passaggio perfetto.

L’arbitro: di solito nella tattica il direttore di gara non viene menzionato, ma in questo caso qualche errore tecnico e di valutazione ha condizionato il finale di partita. Solo questo appunto, per non andare troppo fuori dalle regole. La curiosità: Negro in due occasioni segnala lo schema su calcio da fermo in modo inusuale; su calcio d’angolo si tira due volte la maglia; da calcio da fermo, invece porta il suo braccio sinistro sulla testa. Ed ora, dopo due pareggi consecutivi, e le prestazioni non proprio impeccabili tra le mura amiche, gli uomini di Menichini devono dare prova di saper essere, oltre che grandi lottatori, anche una grande tra le mura amiche.

Fonte: www.granatissmi.com

Categoria: Serie C