Il nuovo presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha più volte ribadito che il calcio professionistico italiano è pletorico. Occorre sforbiciarlo alla grande se si vuole tenere in piedi un sistema che ormai fa acqua da tutte le parti, parola del numero uno della Federcalcio. Si tratta ora di capire se alle parole seguiranno i fatti, cosa che raramente accade alle nostre latitudini.
La prima a pagare pegno non potrà che essere la Prima Divisione Unica di Lega Pro, che si presenta ai nastri di partenza della stagione 2014-15 forte di una flotta formata da ben 60 unità. Il problema è capire se già da quest’anno potrà essere davvero possibile tenere a galla un numero di club tanto pletorico.
Come potrà una categoria povera di mezzi come la Lega Pro – che da lustri va avanti tra cancellazioni, deferimenti, penalizzazioni, mancato pagamento degli stipendi e chi più ne ha più ne metta – reggere il peso di 60 club parecchi dei quali iniziano il torneo già alla canna del gas.
Saranno numerosi quelli gravati da punti di penalizzazione già in partenza, per illeciti finanziari commessi all’atto delle procedure di iscrizione. Molto più numerosi quelli che finiranno nelle maglie del Budget Finanziario Programmato, che sarà assoggettato dalla Covisoc a controlli trimestrali e rappresenta un vero spauracchio per tanti presidenti. Ogni sconfinamento accertato dovrà essere coperto entro trenta giorni, pena nuove penalizzazioni.
La terza serie nazionale – anello debole di un sistema calcio professionistico italiano alla frutta, che non è in grado di contenere più di 70/80 club mentre se ne trascina dietro 102 – non potrà che subire una drastica cura dimagrante, anche per evitare figuracce come quelle della telenovela ripescaggi che si è chiusa solo il 4 settembre a campionato partito.
Tavecchio in epoca recente ha proposto un terza serie formata da due gironi con 18 squadre ciascuno. Calciopress punta su un format a 40 (20+20), meglio se suddiviso in Prima e Seconda Divisione per creare un necessario cuscinetto con il pianeta dilettanti. Una soluzione che renderebbe la categoria guidata da Macalli più gestibile e più facilmente controllabile.