Foggia-Lecce, sapore di A. Tifosi in estasi, pronti ad infiammare lo Zaccheria
Venerdì sera la grande sfida tra le due pugliesi. Un derby di alta classifica che rievoca ricordi in B e in serie A. Agnelli-Potenza contro Miccoli-Moscardelli.
L’ultima volta in cui Foggia e Lecce si affrontarono in campionato, fu in serie B, nel lontano 1997, un pari a reti bianche allo Zaccheria. All’andata, la vittoria del Lecce di Ventura, firmata da una doppietta di Francioso, che rimontò l’iniziale gol di Colacone. Sulla panchina rossonera sedeva Tarcisio Burgnich, che poteva contare su un tridente niente male composto da Chianese, Colacone e Di Michele. Il portiere era l’indimenticato Franco Mancini, in rosa c’erano anche l’attuale diesse Beppe Di Bari, e l’attuale allenatore in seconda o Co-allenatore Beppe Brescia.
Era ancora la serie B a 20 squadre, con quattro promozioni e quattro retrocessioni, nessun playoff, nessuna chance per chi arrivava ottavo di tentare un’incredibile cavalcata verso la serie A. Fu una stagione trionfale per la Puglia, visto che sia il Lecce, che il Bari conquistarono la massima serie. Per il Foggia, un tranquillo undicesimo posto determinato dai troppi pareggi, quindici.
DALLE STELLE ALLE STALLE – Più esaltanti gli unici precedenti in Serie A, quando i rossoneri di Zeman rifilarono ai cugini giallorossi 7 gol, tra andata e ritorno, con l’epocale 5-0 allo Zaccheria, celebrato da uno scatenato Frengo e stop: la “trilogia dell’amore” e la “visione cosmica inteplanetaria”. Fu l’incrocio tra uno dei più bei Foggia della storia (che sfiorò la qualificazione Uefa) contro una delle squadre più scarse che si ricordino in Serie A, il Lecce di Kwame Ayew (fratello del più famoso Abedì “Pelè” Ayew), delle meteore Gumprecht, e Gaucho Toffoli, che proprio contro il Foggia si fece parare un rigore da Mancini. Una squadra capace di raggranellare la miseria di 11 punti in 34 partite (con i 2 punti a vittoria, ndr). Altri tempi, a cui faranno seguito il tracollo dei rossoneri, la discesa negli inferi della C2, la risalita in C1, un fallimento, la B persa all’ultimo minuto, il ritorno di Zeman, la disastrosa conclusione della gestione Casillo fino alla Serie D e al ritorno in terza serie. Per il Lecce, un continuo saliscendi tra Serie A e B, con l’onta del calcioscommesse che due anni fa ne ha determinato la retrocessione in Lega Pro, e la promozione fallita per due volte consecutive ai playoff.
BUONI RAPPORTI – Quella tra Foggia e Lecce è un derby anomalo, ammesso che possa considerarsi tale l’incrocio tra due città la cui distanza non è solo certificata dagli oltre 300 chilometri, ma segnata profondamente da differenze storiche, culturali. Eppure i rapporti tra le due città e tra le due tifoserie sono sempre stati cordiali, suggellati da un gemellaggio che oggi non esiste più, ma che non ha incrinato il legame, e soprattutto dall’avversione comune verso Bari e Taranto, le altre “big” pugliesi.
Venerdì sera allo Zaccheria si incroceranno due nobili decadute bramose di ritrovare i palcoscenici più adatti al proprio blasone. Dopo un inizio zoppicante, il Lecce si è messo a correre, spinto da una rosa di grande qualità guidata dal talento autoctono di Fabrizio Miccoli, e dal fenomeno social Moscardelli (5 gol in campionato). A loro, l’armata di De Zerbi opporrà entusiasmo, voglia di sorprendere e di infiammare uno Zaccheria che, si auspica, possa finalmente registrare il sold out, nel limite dei 5mila spettatori attualmente ospitabili. Le premesse fanno pensare che ci sarà finalmente una grande risposta del pubblico (biglietti di curva sud e nord già esauriti).
OBIETTIVO 5 MILA – Ci sono i presupposti per assistere ad uno spettacolo d’altri tempi, nonostante le polemiche in seno alla società rossonera, rischino di minare l’equilibrio di un giocattolo che finora ha funzionato alla perfezione. Lo snellimento del Cda, e l’uscita di scena di Masi hanno fatto rumore, ma De Zerbi ha già avvisato tutti la scorsa settimana: a nessuno (addetti ai lavori e non) sarà permesso di destabilizzare l’ambiente. Il Foggia ci crede, e vuol dar seguito alla propria striscia positiva, e magari convincere appieno in casa, visto che fino ad ora le migliori prestazioni i ragazzi di De Zerbi le hanno offerte proprio in trasferta.