Ricordando gli anni 90 del mitico Foggia di Zeman
Difficilmente assisteremo a un altro periodo di grande splendore calcistico come quello dei mitici anni 90, nei quali il Foggia di Zdenek Zeman aveva un ruolo da assoluto protagonista nel panorama italiano. In questo articolo andremo a ricordare le gesta dei Diavoli del Sud, consapevoli che, se avessimo la possibilità di effettuare scommesse calciovirtuali su quella formazione, ad oggi forse si giocherebbe un posto in Europa.
Tutto ebbe inizio nella stagione 1989-90 quando il nuovo presidente Pasquale Casillo decise di richiamare il tecnico boemo, già allenatore dei rossoneri tre anni prima in sere C1, alla guida della squadra. Il Foggia è neopromosso in serie B e l’obiettivo è quello di tornare quanto prima in Serie A.
L’inizio di stagione non è dei più promettenti: al termine del girone di andata sono solo 14 i punti conquistati e la classifica recita penultimo posto. Sarà il girone di ritorno a segnare la svolta per i Satanelli, con 25 punti conquistati e un’ottava posizione a fine stagione che fa ben sperare per quella a venire. Il merito va al giovane attaccante Giuseppe Signori, a segno in 14 occasioni, e ovviamente al tecnico Zeman, fautore dell’innovativo gioco a zona.
La stagione 1990-91 inizia sull’onda della precedente mettendo subito in chiaro le intenzioni del Foggia di conquistare la promozione diretta: 5-0 è il risultato della prima partita in casa contro il Cosenza, 1-3 la seconda contro il Modena in trasferta e poi 1-0 in casa col Brescia. A fine campionato i punti ottenuti saranno 51, a +6 dal Verona secondo classificato, con ben 67 gol realizzati e 36 subiti. Giuseppe Signori, Roberto Rambaudi e Ciccio Baianoa andranno a doppia cifra, con quest’ultimo che vincerà la classifica marcatori insieme ad Abel Balbo e Walter Casagrande mettendo a segno ben 22 reti.
Il trio delle meraviglie si renderà protagonista anche nella stagione 1991-92, dove il “Foggia dei miracoli” farà esaltare il suo pubblico e farà tremare le squadre avversarie grazie al 4-3-3 spiccatamente offensivo e al gioco dinamico e imprevedibile. Baiano e Signori andranno di nuovo in doppia cifra realizzando rispettivamente 16 e 11 reti, e a fine stagione i rossoneri metteranno a referto il secondo miglior attacco con 58 gol totali. Non fosse stato per la seconda peggior difesa della stagione (58 gol subiti) si sarebbe assistito a tutt’altro epilogo. Il nono posto di fine campionato rimane comunque un risultato sopra ogni aspettativa e i media italiani esaltano Zemanlandia e la realtà foggiana come assoluta sorpresa di stagione.
L’annata successiva inizia senza Baiano, Signori e Rambaudi, ceduti rispettivamente a Fiorentina, Lazio e Atalanta. Al loro posto Pierpaolo Bresciani dal Palermo, Bryan Roy dall’Ayax, Paolo Mandelli dal Monza e un giovane Luigi di Biagio dal Monza. I sostituti non riusciranno però a colmare le differenze tecniche e realizzative dei loro predecessori e la capacità offensiva dei Satanelli si riduce drasticamente. Bresciani, con appena 6 reti, sarà il miglior realizzatore del Foggia e il totale della squadra a fine campionato sarà di sole 39 reti (terzo peggior attacco insieme all’Ancona). Nel frattempo, Giuseppe Signori conquisterà il titolo di capocannoniere della Serie A con 26 reti. A fine stagione arriverà comunque la salvezza e un dodicesimo posto a parimerito con il Napoli.
La stagione 1993-94 sarà la quinta consecutiva e l’ultima del secondo ciclo di Zeman sulla panchina del Foggia (seguiranno quelle del 2010-11 e 2021-22). Una stagione dove l’olandese Bryan Roy riuscirà finalmente a far valere le sue carte, affiancato in attacco da Bresciani e Kolyvanov, realizzando dodici reti in campionato e trascinando la squadra di nuovo al nono posto in classifica. Il merito va dato anche ai centrocampisti Stroppa, Di Biagio e Seno, così come a José Antonio Chamot in difesa, neoacquisto rossonero. La mancata qualificazione alla Coppa Uefa, sfiorata per soli tre punti, segnò la fine del ciclo di Zemanlandia e decretò, nella stagione successiva, la retrocessione e l’addio alla Serie A. Un epilogo che rattrista qualsiasi tifoso, sono solo foggiano, che del bel calcio e di belle storie sportive come quella del Foggia dei miracoli non sarà mai sazio.