Chissà se Antonio Conte riuscirà a limitare l’avversario più complicato da gestire. Cioè Aurelio De Laurentiis
Una lettera ha messo fine al primo romanzo della vita di Antonio Conte a Napoli. “Cari tifosi del Napoli, nelle ultime settimane il nostro amore è stato un po’ “scumbinato”, come quello che cantava Pino Daniele in una sua bellissima canzone. Succede anche nelle storie più belle e intense di vivere momenti di crisi. Tutti quelli che come noi portano l’azzurro nel cuore sono reduci da 12 mesi difficilissimi. Per me sono stati i più duri della mia carriera. Passare dalla gioia incancellabile dello scudetto alla tristezza di una stagione in cui non ci riusciva niente è stato un trauma difficile da metabolizzare. Avvertivo la vostra delusione sulla mia pelle e non riuscivo con i miei compagni a cambiare l’inerzia della nostra annata. Lo ammetto, mi ha accarezzato l’idea di andar via. Sentivo la vostra insoddisfazione nei miei confronti e, come ha detto il Presidente, avevo avuto la percezione di essere stato abbandonato dalla società. Dopo il crollo che abbiamo vissuto sul campo, però, era tutto comprensibile: la vostra rabbia, la frustrazione del club, la mia confusione”. Queste sono alcune delle parole di Di Lorenzo nella missiva che annunciava la propria permanenza.
Una telenovela che era stata fatta partire dal Presidente, Aurelio De Laurentiis. Aveva annunciato a Di Lorenzo che era fra i cedibili – come quasi tutti, del resto – facendo crescere l’insoddisfazione e scatenando la voglia di salutare tutti. Perché se il capitano finisce sul mercato in maniera così smaccata, con una comunicazione presidenziale, ecco che l’intenzione di accogliere la cosa a tutti i costi c’è. Invece Antonio Conte è riuscito a disinnescare la bomba che era praticamente esplosa. Ha toccato i fili giusti, lo ha fatto sentire importante. Ha ricomposto una frattura. Quasi un lavoro da gestore che non da allenatore fumantino e divisivo come spesso è stato.
Questo però porta alla domanda più difficile. Riuscirà Antonio Conte a gestire Aurelio De Laurentiis? Perché la verità è che nell’ultimo periodo è diventato decisamente ingombrante. Lo era anche con Spalletti, perché quando arrivi a un ottavo di Champions e nella conferenza stampa prepartita parli di Juve che scippa gli Scudetti, di fatto oscurando completamente le parole del tuo allenatore sulla partita, probabilmente vuoi essere sempre al centro dell’attenzione. Che si parli più di De Laurentiis che non del Napoli. L’anno scorso non ha trovato chi poteva aggiustare i cocci quando sono finiti a terra. Rudi Garcia non era in grado, Mazzarri non è più quelli di un decennio fa, Calzona è arrivato tardi e forse non ha il physique du role.
Conte lo ha, certamente. Vuole tenere a tutti i costi Kvaratskhelia, sennò dà le dimissioni il giorno dopo (lo ha già fatto con la Juve, non sarebbe una novità). Chissà che poi non possa bloccare anche la cessione di Osimhen in qualche modo, anche se il Paris Saint Germain ha già in canna l’offerta da 100 milioni più 10 di bonus per portarlo via. Lukaku più Denkey al posto di Simeone e Osimhen, più Kvaratskhelia, Politano. E magari un nome a sorpresa al posto di Lindstrom. Il Napoli porta molta curiosità, anche senza De Laurentiis. Vediamo se il Buongiorno si vede dal mattino…