Savino Tesoro: “A Lecce ho chiuso, anche in B. Macalli deve andare a casa. Lotito? Non può essere il presidente di tutte le squadre”
Lecce e Lega. I pensieri di Savino Tesoro, al momento, iniziano tutti con la lettera L. Il patron dei salentini ha concesso con grande disponibilità un’intervista esclusiva a TuttoLegaPro.com su quanto accade in campo e fuori.
Presidente, lunedì sarà presente alla riunione in Lega?
“Anche se so che è una farsa ci andrò. Ho tanti impegni e so che sarà una perdita di tempo, ma voglio sostenere me e tutti quei colleghi che vogliono fare le cose per bene. L’Assemblea di lunedì, lo ripeto, sarà la classica presa per i fondelli italiana. Bisognava dare la possibilità di votare, di poter realizzare qualcosa di concreto. In passato non sono quasi mai andato alle riunioni, per evitare di essere preso in giro vis-à-vis. Adesso ci sarò perché molti presidenti hanno intenzione di non seguire il solito percorso preordinato.
Mi meraviglio che la FIGC consenta che accada tutto ciò. Io, in tempi non sospetti e cioè al’epoca della votazione di Tavecchio, spiegai il perché del mio no all’attuale presidente della Federazione. Un voto contrario non alla persona ma a quello che rappresentava: un modo vecchio, non anagrafico, ma mentale nello svolgere quel tipo di mestiere. Proprio come Macalli che ha trattato noi presidenti spesso come delle nullità pur avendo esperienze maggiori delle sue visto che gestiamo grandi aziende con i nostri soldi.
Lui invece è lì e non vuole andare via perché ribadisce di essere stato eletto. Ma visto che i suoi elettori sono gli stessi che lo hanno sfiduciato e che in tutte le salse gli stanno facendo capire che non lo vogliono più, cosa aspetta? Dopo vent’anni non si può continuare a stare legati a un posto pubblico, è incomprensibile. Il modo con cui ha gestito la Lega in questi anni e l’arroganza con cui si è posto non mi sono piaciute, non è una persona a me gradita”.
A tenere banco, in questi giorni, è anche la questione legata a Lotito e al suo forte sostegno a Macalli…
“Lotito è una persona dinamica che sa far le sue cose molto bene. Ma non può fare tutto: non può essere il presidente di tutte le squadre del mondo, non può essere il presidente di tutte le federazioni, non può essere il segretario di tutto. Abbiamo un modo diverso di vedere le cose. La sua è una presenza ingombrante”.
Capitolo Lecce. Domani conferenza stampa che sa tanto di addio…
“Dopo 2 anni e mezzo d’amore per Lecce e per il Lecce, disputando due finali play-off, poiché c’è stata una contestazione, sento del disappunto verso la mia gestione, faccio un passo indietro, come è giusto che sia. Dimissioni? Sono formalità, bisogna pensare alla sostanza. Di sicuro il prossimo anno non sarò a Lecce e non sarò in Lega Pro e nemmeno in Serie B. Ho chiuso con il Lecce, anche se saliremo in cadetteria. Intanto mi concentrerò sul termine del campionato, poi cercherò di disintossicarmi. Voglio vincere per tutti: anche per chi mi contesta, in modo da poter mettere d’accordo tutti per 24 ore. Anche se a Lecce, quell’eventuale giorno, ci saranno tanti che rosicheranno”.
Crede ancora alla promozione?
“Questa squadra ha battuto tutte le prime della classe, perdendo poi partite assurde. Se siamo in grado di vincere contro Salernitana, Benevento, Casertana e Matera non vedo perché non posso continuare a sperare nella Serie B. Lotterò fino all’ultimo secondo di questa stagione per raggiungere la cadetteria.
Pressioni? Chi le crea mi deve spiegare perché dovremmo vincere sempre noi viste le altre grandi squadre. Nel passato siam arrivati dietro solo a Perugia e Trapani, perdendo due finali play-off. Nel pallone una virgola può decidere una stagione e anche la poca professionalità in questa Lega ci ha danneggiato. Come? In Serie A si parla di sudditanza psicologica verso le big, qui è il contrario. Un arbitro a Lecce si esalta nell’ammonire Miccoli davanti a diecimila persone, per fare un esempio: colpire il blasone per farsi vedere. E questo perché si è scarsi, a tutti i livelli: dalle società scarse, agli arbitri scarsi, ai giocatori scarsi a una lega scarsa”.
Chiusura dedicata all’età media. Diversi presidenti si sono chiesti se questa sia veramente la Lega dei giovani..
“Chi vuole far giocare i giovani lo faccia. Nessuno vieta di far giocare i più esperti, chi preferisce i ragazzi prenderà maggiori contributi. E’ una libera scelta che, però, guardando le classifiche, ha un preciso indirizzo. Nel girone meridionale, difficilissimo, le prime sette squadre, compresa la nostra, hanno tanti giocatori d’esperienza e un’età media più elevata rispetto alle altre compagini. Un 18enne, appena entra in campo, ad esempio, a Salerno, si trova davanti un muro di 10mila persone e ha finito di giocare prima ancora di cominciare. Noi rispettiamo le regole, se vogliono cambiarle facciano pure: decidano che sopra i 24 anni non possa giocare più nessuno. Però poi si assumano le responsabilità di aver lasciato a casa tanta gente valida”.