Ancora una volta i cronisti di questa città si sono mostrati antesignani di una informazione incompleta, parziale e, comunque, non corretta, nel momento in cui gli stessi debbono riferire questioni e fatti afferenti l’Unione Sportiva Foggia S.p.a. Unica squadra della città – lo voglio ricordare a quanti pare l’abbiano dimenticato – ad avere un blasone glorioso e centenario, conquistato sul campo, senza che altri o gli stessi cronisti possano attribuirlo arbitrariamente a terzi, che certamente non hanno fatto la storia calcistica della città di Foggia.
Affermo questo perché devo, con amarezza, prendere atto che con la stessa facilità ( o faciloneria ) con cui vengono attribuiti ad altri meriti o “passati gloriosi “che essi non hanno, allo stesso modo e con uguale mancanza di rispetto si è soliti irridere una società, che ha dato solo lustro all’intera città, quando vengono riferite al pubblico dei lettori le vicende giudiziarie che la vedono coinvolta.
Non fa eccezione a questa ferrea regola la recente sentenza, emessa di recente dal T.A.R. Puglia, che ha visto protagonisti della vicenda giudiziaria l’U.S. Foggia Spa, poi sostituita dagli organi fallimentari, ed il Comune di Foggia. Anche in questo caso non si è persa la ghiotta occasione di lanciare strali al cianuro più o meno subliminali nei confronti della vecchia gestione, dimenticando che chi fu responsabile di quella gestione non ha mai portato al fallimento la società di calcio, tanto è vero che la prima volta lasciò nelle sue casse ben 60 miliardi di lire vecchio conio ( poi dilapidati da sedicenti amministratori giudiziari) e, recentemente, dopo aver ricostituito la cosiddetta “Zemanlandia “, ha dovuto giocoforza abbandonare anche perché l’Amministrazione comunale, non avendo fornito l’agibilità fino a 7.500 spettatori, strutturalmente ne aveva impedito l’iscrizione al campionato di competenza, a prescindere dagli oneri finanziari, gravanti sulla società, tutti superabilissimi.
E chi ha riferito di tale ultima vicenda giudiziaria ha mostrato anche di non aver letto e, quindi, di non saper nulla del contenuto della sentenza del T.A.R Puglia, se non per sentito dire!
Infatti, se avesse letto veramente quella sentenza si sarebbe immediatamente anche reso conto che il T.A.R., con ordinanza del 3/09/2014, aveva richiesto al Comune di Foggia la produzione di alcuni documenti. Con il deposito della documentazione richiesta è emerso che il Comune di Foggia, con deliberazione n.53 del 24/06/2011, evidenziava che “ la certificazione di agibilità fino a 7.500 posti, allo stato, non può essere rilasciata in quanto è in fase di reperimento presso gli archivi comunali la vecchia documentazione “ che “ per l’ottenimento dell’agibilità fino a 7500 spettatori da parte della Commissione Provinciale di Vigilanza è necessario avere la disponibilità di “ vecchia documentazione” e che “è in fase di reperimento presso gli archivi comunali “, secondo quanto comunicato con detta nota del Servizio LL.PP. n.31032/2011, dalla quale si evince che allo stato detta documentazione non può essere fornita in tempi brevi da questo Comune “ .
Quindi, è emerso in giudizio che il Comune di Foggia non era in grado di presentare la necessaria certificazione di agibilità dello stadio, fino a 7500 posti.
Ma, dopo aver effettuato numerosi incontri e sopralluoghi con i tecnici del comune ( la progettista, dott.ssa De Sntis, l’ing. Biagini e geom Fredella,per il comune, l’arch. Rosania tecnico di parte, il rapp/te del C.O.N.I. ed il V.Prefetto Vicario, dott.Cappetta, per le riunioni avute in Prefettura) e l’allora assessore ai LL.PP., il compianto ing.Matteo Agnusdei, proprio al fine di quantificare i lavori effettuati dalla società per portare la capienza degli spettatori prima a 12.550 e, poi, a 17.500, con la documentazione da ultimo prodotta dal comune, su richiesta del T.A.R., è emersa la circostanza che, con deliberazione n.63 del 13/10/2010, era stata cambiato il comma “ dell’art.3 della convenzione di affidamento, ed in forza di tale cambiamento l’U.S. Foggia si assumeva addirittura anche l’onere di procedere alla esecuzione dei lavori per portare la capienza a 7500 spettatori, e tanto in cambio della concessione, da parte dell’amministrazione comunale, di un cofinanziamento di soli € 120.000,0, che,poi, non erano destinati ad opere edilizie, ma alla installazione dei cancelli per regolarizzare l’accesso allo stadio,
E’ appena il caso di sottolineare che di tale cambio di oneri il sottoscritto non ne sapeva niente. Ma veramente si può barattare l’assunzione di un onere, come quello di portare la capienza a 7500 spettatori, con un cofinanziamento di € 120.000,00? Non lo farebbe neanche un cretino dichiarato! E’ ovvio che si è trattato di un tranello, ordito da una “ mente “ particolare, individuabile in colui che ancora oggi continua allegramente a perpretare il peculato d’uso coi telefoni di proprietà comunale ( e,quindi, pubblica) ! O, peggio, di un raggiro, fatto firmare per adesione dall’allora A.D. dell’U.S. Foggia che, superficialmente e/o negligentemente, ho firmato senza rendersene conto “ convinto” dalle buone maniere del soggetto in questione.
Lo stesso soggetto,poi, che in evidente accordo ( per non dire combutta) con il sindaco dell’epoca, ing. Gianni Mongelli, ci fece pervenire, guarda caso il 19/07/2012 ( cioè a tempo ormai scaduto per la iscrizione), una comunicazione che riferiva della disponibilità dell’allora sindaco di Bari,dott. Emiliano, a consentire acchè l’U.S. Foggia potesse utilizzare lo Stadio San Nicola per effettuare le proprie partite interne… ma se lo stadio S.Nicola venne chiuso fino a tutto settembre 2012, per impraticabilità del campo…. Anche qui è evidente la presa in giro!
In ogni modo, il certificato di agibilità fino a 7500 posti, che si asserisce esser stati effettuati, non è stato mai prodotto in giudizio, e di questo, purtroppo, il Collegio Giudicante non ne ha tenuto debito conto e non ne ha tratte le naturali conseguenze.
Mi auguro che la Procura della Repubblica, leggendo questo comunicato, voglia aprire una indagine per chiarire ogni aspetto della vicenda, consultando anche la documentazione relativa in Prefettura.
Senza una tale certificazione strutturale la CO.VI.SOC non avrebbe mai concesso il nulla osta all’iscrizione, ma, soprattutto, sarebbe stato impossibile sostenere gli oneri economici di un campionato di Serie C1, senza spettatori.
Su tale aspetto non possono sussistere dubbi. Le vicende migratorie delle varie squadre su altri campi di gioco extra moenia son fin troppo note a tutti ( non è un mistero che dissi al dott.Pelusi, presidente dell’ACD Foggia, alla loro stessa presenza, che il duo Mongelli-Masciello aveva truffato me per il campo ed ora la stessa truffa l’avevano ordita anche nei suoi confronti).Del resto, solo da pochissimo, a distanza di ben tre anni, l’amministrazione comunale, ammettendo, le proprie inadempienze, pare aver appaltato i lavori per la sistemazione dello stadio.
Comunque, i bravi “cronisti” locali nemmeno hanno riferito del fatto che il T.A.R. Puglia ha disposto la trasmissione degli atti all’Autorità Nazionale Anticorruzione ed al Procuratore Generale della Corte dei Conti per la Regione Puglia ( ravvisando profili di responsabilità erariale), per le determinazioni di loro competenza.
A loro interessava solamente evidenziare che i cattivi erano, al solito, l’U.S. Foggia e chi la gestiva o l’aveva gestita, e che, come tali, essi meritavano e meritano inevitabilmente la gogna!
Pasquale Casillo
N.B. Mi sembra opportuno chiarire ulteriormente che nessuno è capace di costruire prima un secondo piano e poi i piani inferiori. Anche su questo c’è da meditare.