Prendersela con il singolo è la cosa più semplice, ci fa sentire tutti allenatori, ci permette di salvare qualcun’altro e di trovare subito e semplicemente la soluzione al problema. Se Iemmello avesse fatto il 3-2 si sarebbe inneggiato alla capolista tralasciando alcune sbavature che, oltre il risultato, sono state determinanti per la mancata vittoria. Cominciamo con i calci d’angolo: una squadra che fa tanto possesso riesce a guadagnarsi una infinità di corner (addirittura 5 consecutivi nei primi tre minuti del secondo tempo); ha un senso far scendere Gigliotti e Loiacono se si tenta sempre di calciare la palla bassa rischiando le ripartenze degli avversari con la nostra difesa scoperta?
Perché continuiamo, nonostante le buone intenzioni, ad essere poco cinici anche quando in porta c’è un ragazzino esordiente di 17 anni le cui gambe nel nostro stadio avrebbero dovuto tremare per 94 minuti? Invece di martoriarlo con tiri da tutte le parti, siamo stati capaci in tutto il primo tempo di non beccare mai lo specchio della porta, rigore compreso
L’errore del singolo ci può stare ma se il gruppo cincischia e non rimedia a tale errore, continuando a giocare con passaggi stretti e complicati per arrivare sino alla linea di porta, poi a fine partita si ricorda solo lo sbaglio grossolano.
Se non tiri non vinci direbbe la buonanima di Catalano ed il Foggia contro la Paganese ha fatto tutto con la giocata e lo sbaglio del singolo, ma con una squadra che almeno in questa occasione non ha fatto gruppo e non è stata scaltra a trafiggere un avversario che aveva assenze importanti e che poteva contare solo su poche individualità, quelle che sempre sulle ripartenze ci stanno castigando in questo campionato. Oggi quindi il voto negativo va dato al gruppo e non al singolo.
Alberto Mangano – www.manganofoggia.it