Cittadella, Marchetti: “Serve un ultimo sforzo. E teniamo molto alla Coppa Italia…”
È una settimana cruciale. Prima ci sarà la finale d’andata della Coppa Italia di Lega Pro, giovedì sera (ore 20.15) a Foggia, poi lo scontro diretto con il Bassano nel posticipo di lunedì 4 aprile al Tombolato, che potrebbe già assegnare matematicamente il primo posto e la promozione diretta in Serie B. In due partite il Cittadella, che ieri è tornato ad allenarsi al Tombolato dopo tre giorni di sosta (con il solo De Leidi a svolgere ancora un lavoro differenziato), si gioca una buona fetta della sua stagione. «È stata una Pasqua indubbiamente più serena di quella dello scorso anno, ma manca un passo e bisogna farlo», sorride il d.g. Stefano Marchetti. «Non mi sentirete dire che non siamo a buon punto, perché non sono ipocrita, ma serve l’ultimo sforzo». L’eventuale 12ª vittoria consecutiva, lunedì sera, non solo potrebbe regalarvi il record della striscia vincente più lunga in Lega Pro, ma se il Pordenone non batterà la Reggiana pure il ritorno nella cadetteria. «Non ho la sfera di cristallo. I numeri dicono che potrebbe essere così, ma il Bassano è la squadra che in questo girone di ritorno si è comportata meglio, assieme al Pordenone, ed è una delle più forti: ha temperamento e fisicità. Sta disputando un grande campionato e una singola partita non fa testo: piano a dire che è in crisi perché ha perso in casa con il Pavia. Prima di quella sconfitta aveva messo insieme una serie di risultati importanti».
A luglio il Cittadella era nel lotto delle favorite, assieme ad Alessandria, Pavia e Bassano. Cosa ha fatto la differenza rispetto a loro? «La società. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario, ma senza una società importante e solida non avremmo potuto. E poi il gruppo. Io non ho mai lanciato proclami, ma una frase l’ho detta: sono convinto di avere una squadra di uomini. Hanno saputo soffrire, rimanere uniti, sviluppare la mentalità vincente. Tutte cose che puoi fare solo se hai un gruppo vero. I giocatori hanno messo da parte il proprio “io” privilegiando il “noi”, e in questo girone di ritorno non a caso si è rivelato determinante chi ha giocato meno degli altri, ma ha saputo farsi trovare pronto». Altri segreti? «Non accontentarsi. Nel corso della stagione è cresciuta la convinzione, è stato affinato il gioco, si è lavorato molto. Il resto lo ha fatto la qualità tecnica, ci mancherebbe!». Come si aspetta il Tombolato lunedì sera? «Pieno. Aggiungo questo: che sia pieno solo nella gara clou mi fa piacere, ma un po’ mi rattrista, perché avremmo meritato sempre uno stadio gremito ed entusiasta, specie considerando lo sforzo operato per coprire la Tribuna Est. Ai tifosi che ci hanno seguito a Mantova, e ci hanno incitato anche dopo un primo tempo difficile, va il nostro più sincero applauso». A questo punto la Coppa sarebbe la classica ciliegina sulla torta. «Abbiamo saputo gestire bene questa competizione. È un trofeo a cui teniamo molto, ma in finale non stravolgeremo la nostra filosofia: è giusto puntare sui ragazzi che hanno saputo mettersi in evidenza sin qui».
(Fonte: Mattino di Padova)
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