Non chiamatela Stroppalandia. Ma il Foggia vuole sognare

Non chiamatela Stroppalandia. Ma il Foggia vuole sognare

Zemanlandia, Dezerbilandia, a Foggia sono abituati alle storie delle favole. Non la chiameremo Stroppalandia, perché non sarebbe originale, ma dalle parti dello Zaccheria ci si diverte quest’anno. Parti figurate, perché in realtà l’ultimo successo è arrivato in Sicilia, il 2-1 esterno al Messina di ieri sera. Tre punti che, come per l’Alessandria nel Gruppo A, proiettano il Foggia al primo posto in solitaria nella graduatoria di competenza. A punteggio pieno: quindici gol in cinque partite, dieci gol fatti, tre subiti. Numeri che lanciano i Satanelli verso l’ennesima rincorsa promozione: l’anno scorso erano una delle squadre più complete dell’intera Lega Pro e ne giocavano per distacco il calcio più divertente. A pesare, a conti fatti, è stato l’avvio di stagione non proprio entusiasmante.

Quest’anno, i dubbi non mancavano, primo fra tutti quello relativo a un’impossibile eredità da gestire in attacco: quella di Pietro Iemmello, 37 gol stagionali. Ci si aspettava un bomber dello stesso livello, ma non era possibile: è arrivato Mazzeo, che ha la doppia cifra nel sangue e la promozione nelle corde, ma non poteva essere la stessa cosa. E allora largo al gruppo, come in un altro caso eccellente del calcio italiano: quello del Napoli chiamato a gestire il post-Higuain. Come in azzurro Sarri ha avuto l’intelligenza di affidare al collettivo il peso prima distributo sul fuoriclasse, così Stroppa ha responsabilizzato la squadra verso un obiettivo comune. Sette giocatori a segno in sette partite, contando la Coppa Italia: se poi, come coi peloritani, la vittoria è sofferta e porta il segno di una doppietta proprio di Mazzeo, ancora meglio perché il bomber serve quando le cose non vanno. Ma per volare in alto non serve uno zar: basta una squadra che sa dove vuole arrivare. Se sia o meno la volta buona, lo dirà il tempo. Nel frattempo viene da dire: chapeau Foggia.