GUARNA: 6 – Ritorno in campo senza sporcare i guantoni; il Catania si è visto raramente dalle sue parti.
ANGELO: 5,5 – Giornata difficile per il brasiliano, meno pimpante del solito già dai primi minuti. La musica non è cambiata nemmeno con l’ingresso di Sarno sulla sua corsia.
MARTINELLI: 7 – Il migliore. Paolucci è ancora in campo a chiedersi sia finito il pallone nascosto, per novanta minuti, dal difensore rossonero.
EMPEREUR: 6,5 – Gara tutto sommato buona quella del centrale brasiliano, sempre presente nelle sporadiche offensive catanesi. Bravo ad impostare dalla retrovie.
RUBIN: 6 – Ottimo inizio di gara, è calato con la squadra nella ripresa, senza riuscire a trovare l’affondo giusto. Non ha concesso nulla in fase difensiva.
VACCA: 6,5 – Ha messo ordine al centrocampo, nonostante i pochissimi spazi a disposizione e la scarsa mobilità del reparto d’attacco.
AGNELLI: 6,5 – Tra i più positivi, è riuscito a smarcarsi spesso per cercare l’offensiva vincente, correndo tanto, senza rinunciare a ripiegare in fase difensiva.
GERBO: 6 – Nella prima frazione ha messo alle corde i siciliani, recuperando palloni in ogni angolo di campo. Difficoltà nella ripresa, con qualche passaggio sbagliato e la barricata rossoblu che gli ha negato le solite avanzate.
SAINZ MAZA: 5 – Schierato a sorpresa da Stroppa, si perde sul più bello, al momento di concludere, ignorando spesso le sgroppate di Rubin sulla sinistra.
CHIRICO’: 5,5 – Il più attivo del tridente, è lui ad esaltare i riflessi di Pisseri nel secondo tempo. Ha tuttavia sciupato diverse possibilità di servire i propri compagni, preferendo l’azione personale.
MAZZEO: 5 – Quarantacinque minuti senza riuscire ad incidere, servito e cercato poco dai suoi compagni.
PADOVAN: 5 – Gara simile a quella di Mazzeo. La difesa del Catania non gli ha concesso neanche il respiro.
SARNO: 5 – La voglia di fare mescolata ad un numero eccessivo di dribbling, spesso inutili. Lontano dalla condizione migliore.
RIVEROLA: S.V.
STROPPA : 6 – Gara complicata e secondo zero a zero allo Zaccheria. Alla fine ha vinto Rigoli, con il suo catenaccio, che ha mandato in tilt i rossoneri, costretti a rinunciare alla propria mentalità di gioco.