Lecce e Foggia, tra passato e futuro: due facce della stessa medaglia

Lecce e Foggia, tra passato e futuro: due facce della stessa medaglia

Testa e croce. ‘E’ e non ‘o’ perché se, quando una monetina va su per ricadere su una delle due facce, a caso e una con le stesse probabilità dell’altra, qui la sfumatura è diversa. Si sa, il calcio è strano e imprevedibile, il pallone è rotondo e non sai mai quale direzione può prendere. Però alla lunga i valori escono fuori nella loro cruda realtà, motivo per cui Foggia e Lecce, in ordine non casuale, si ritrovano lassù appaiate in vetta e, complice la vittoria dei giallorossi sulla Juve Stabia, hanno scavato un fosso con le inseguitrici.

Foggia e Lecce sono due piazze della Puglia che profumano di calcio e storia. I satanelli hanno ben undici partecipazioni alla massima Serie, l’ultima risalente nella stagione 1994/1995, poi, nella stagione 1997/1998 la retrocessione dalla Serie B e diversi anni di polvere e sofferenza che non hanno però cancellato la passione della piazza ma ne hanno solo aumentato la fame di calcio. I giallorossi dal canto loro hanno sulle spalle quindici campionati di Serie A e venticinque di Serie B, dalla quale, nel 2011/2012, sono retrocessi, per illeciti sportivi, senza ritrovare più la via del ritorno.

Il rientro  nel calcio che meritano, per Foggia e Lecce, sembra stregato. I rossoneri, dopo le due semifinali play-off consecutive, tra il 2007 e il 2009, perse contro Cremonese e Benevento, sono sprofondati per poi risalire fino allo scorso anno, alla doppia finale per la B persa dagli allora uomini di De Zerbi contro il Pisa di Gattuso. I giallorossi, dal canto loro, appena retrocessi, nel 2013 e nel 2014, perdono due finali play-off consecutive e nel 2016 una semifinale.

A settembre le due formazioni si sono messe a lavorare per riscrivere la storia, per cancellare gli ultimi anni e ridare sapore al loro movimento. Stroppa, oggi, è più avanti di Padalino: sei passi in più fatti lungo un cammino lungo e tortuoso, sei passi certificati dal match dello ‘Zaccheria’, giorno in cui, Mazzeo e compagni hanno fermato la monetina in cielo e, piuttosto che subire il destino, hanno preferito modellarlo a modo loro. Perché scegliere si può e se il Foggia, a poche giornate dalla fine, sembra aver allungato l’onda della finale dello scorso anno, cambiandogli il finale, il Lecce può fare altrettanto. I salentini sono destinati, più che ad allungarsi l’onda, a intraprendere il cammino più lungo: ma questa squadra ha le carte in regola per imporsi nei play-off sempre che il Foggia rimanga davanti fino alla fine. Gli errori sono solo gradini di una scala perché in fondo, ‘non c’è niente di più vero di un miraggio, e per quanta strada ancora c’è da fare, comunque vada…amerai il finale…’. Perché, non si sa quando,ma prima o poi ritornano.