Foggia calcio nelle ‘mani’ dell’avvocato Iudica: “Difficile fare previsioni, è un caso senza precedenti”

Foggia calcio nelle ‘mani’ dell’avvocato Iudica: “Difficile fare previsioni, è un caso senza precedenti”

Dopo le accuse della Procura federale, la società rossonera si è affidata al legale milanese.

Nè Guarna, né Noppert o Tarolli. A tentare di ‘parare’ le bordate che verosimilmente potranno giungere dalla Procura federale dopo il deferimento del Foggia calcio per responsabilità diretta e responsabilità oggettiva in merito al pagamento di compensi in nero a 37 tesserati, è stato chiamato l’avvocato Fabio Iudica, legale dell’omonimo studio associato e docente di Diritto Commerciale e Diritto dei mercati finanziari presso l’università di Milano Bicocca.

I TEMPI. Raggiunto telefonicamente da Foggia Città Aperta, il legale non si espone più di tanto ma contribuisce a fare chiarezza sui prossimi passi del procedimento sportivo. Innanzitutto sui tempi: “La Procura federale con l’atto di deferimento – spiega Iudica – chiede al tribunale di fissare la data di udienza. Ad oggi perciò non è ancora conosciuta. Sarà poi il tribunale federale nazionale a fissarla e ad effettuare le dovute convocazioni. Tra udienza e notifica dovranno esserci almeno 20 giorni come stabilisce il codice”. In parole più semplici: andrà via almeno un mese, motivo per cui l’udienza non potrà tenersi prima di metà giugno.

LA STRATEGIA. Le norme di giustizia sportiva consentono a chi riceve un avviso di conclusione indagini di tentare il patteggiamento prima del deferimento. Il noto avvocato, su esplicita domanda, non conferma tuttavia se il Foggia calcio si sia avvalso di questa possibilità, ipotesi trapelata nei giorni scorsi: “Questa è una notizia riservata a cui non posso rispondere” replica; tuttavia il pur giusto riserbo sembra una mezza ammissione. È plausibile che si sia tentato un possibile accordo tra Procura e Foggia calcio e che sia però saltato visto l’arrivo del deferimento.

I PASSI SUCCESSIVI. Ci sarebbe ancora la possibilità di un patteggiamento prima di arrivare all’udienza: “Oltre al patteggiamento ante-incolpazione che evita il deferimento (quello che per il Foggia calcio, se c’è stato, è saltato ndr) – chiarisce Iudica – c’è anche quello post-incolpazione che assomiglia all’istituto presente nel diritto penale in quanto comporta un’ammissione di responsabilità”. Il legale milanese, tuttavia, non anticipa nulla sulla possibilità di usufruirne: “La Procura federale, tecnicamente, in questo momento è un avversario – ragiona – per cui preferisco non fornire indicazioni sulla strategia difensiva. Quello che posso dire – aggiunge Iudica – è che deve necessariamente avvenire prima dell’udienza. Per questo patteggiamento le parti possono entrare in contatto in qualsiasi momento, anche in questi giorni”. Iudica, dunque, è già al lavoro per capire se concordare con la Procura le sanzioni da comminare. C’è però una grossa differenza: “Il patteggiamento successivo al deferimento è soggetto a una valutazione di congruità del collegio giudicante e dunque non è definitivo”. In pratica, pur se si dovesse giungere a un accordo tra Procura e Foggia calcio l’ultima parola spetterà al Tribunale Federale e non mancano precedenti in cui nel corso dell’udienza l’accordo è stato sconfessato.

LE IPOTESI. Ma cosa rischia il Foggia? “Sull’entità delle sanzioni – risponde il legale della società rossonera – devo precisare che la Procura, a differenza che nel penale, non è obbligata a fare una richiesta. Si potrebbe perciò giungere in udienza senza che ci sia una quantificazione della sanzione da parte ‘dell’accusa’. Fare pronostici adesso – continua Iudica – è inoltre assolutamente azzardato. Non ci sono precedenti in materia e questo rende impossibili previsioni. C’è qualche precedente sui pagamenti in nero ma la fattispecie riguardante il Foggia calcio è un’assoluta novità”. Già, perchè le contestazioni al Foggia sono due. Accanto al pagamento in nero di circa 580mila euro di calciatori e dirigenti al Foggia è contestato anche l’aver consentito a Massimo Curci di impiegare in società quasi 2milioni di euro, per sua stessa ammissione provenienti da reato.