Padalino: “Foggia, tornassi indietro accetterei di tornare. Lecce, Torino può darti euforia”

Padalino: “Foggia, tornassi indietro accetterei di tornare. Lecce, Torino può darti euforia”

Per fare il punto sul momento delle squadre pugliesi, TUTTOcalcioPUGLIA.com ha intervistato in esclusiva l’allenatore Pasquale Padalino, con un passato – tra le altre – sulla panchina di Lecce e Foggia.

Il Lecce lunedì ha trovato la prima vittoria in A. Può tentare l’impresa in casa domani?
“A Torino è stata una sorprendente, ma meritata, vittoria. Che può dare la giusta euforia e creare le condizioni mentali per credere che anche contro il Napoli ci si possa giocare le proprie chance e per fare ulteriori imprese”.

In generale, che campionato si aspetta?
“Avvincente e diverso, anche perché ci sono sempre più squadre che si livellano. Nelle parti alte della classifica, invece, non cambierà molto”.

Bari corazzata in C, anche se sta faticando. Come mai?
“È vero, il Bari è una corazzata ma ancora fuori, probabilmente, da quelle che sono le richieste e le caratteristiche di un campionato come quello di Serie C. Ma c’è ancora tempo per rimediare”.

Domani affronta la Virtus Francavilla, una solida realtà…
“Sì, il Francavilla è una realtà ormai consolidata, già dai tempi di Trinchera e ora con Fernandez. Hanno iniziato una pprogrammazione ambiziosa e adeguata alla realtà, sicuramente non sarà una gara di facile interpretazione”.

E c’è un girone H di Serie D entusiasmante con tutte le pugliesi. Chi vede favorito? E chi può essere la sorpresa?
“C’è sempre grande competizione, credo ci sia la possibilità di fare un campionato al vertice per Foggia, Cerignola e Taranto. Per quanto riguarda la sorpresa, non conoscendo adeguatamente le rose, non posso esprimere pareri”.

Il suo Foggia è ripartito dal basso. Se lo aspettava?
“Dopo quello che è successo era diventata addirittura una speranza quella di ripartire dalla D. Comunque no, non me l’aspettavo”.

Cosa non è andato nella sua seconda avventura sulla panchina rossonera?
“È un problema che parte da lontano e sinceramente non di facile argomentazione. Perché ci vorrebbe un’ampia disamina”.

Tornasse indietro, accetterebbe la chiamata?
“Con il senno del poi è sempre facile parlare e decidere. Ma assolutamente accetterei: sia per la piazza, sia per la categoria. Così come la possibilità di restarci fino in fondo per terminare un lavoro che mi ha visto impegnato solo per poche settimane, portando avanti una programmazione di oltre sei mesi condotta dal mio collega”.