Grumentum, il presidente Petraglia: “Vi parlo da padre, evitiamo contatti…”
Il presidente del Grumentum Antonio Petraglia ha pubblicato un messaggio diretto a tutti gli atleti:
Cari ragazzi, mi permetto di parlarvi come un secondo papà o uno zio.
In questo periodo, molto delicato per il ns Paese, sento, per il bene che vi voglio, di raccomandarvi di essere responsabili. Questo e’un virus particolare, perché è molto contagioso e può portare, se si diffonde troppo,al collasso dei nostri ospedali che non potrebbero curare bene le persone. So che siete giovani e volete vivere, partecipando a feste, serate, compleanni o cose simili; tuttavia,facendolo, esponete voi e gli altri al contagio e sareste corresponsabili della non bella situazione che si sta verificando in Italia. Non c’è nulla di grave se, per un po’, stiamo a casa, non usciamo, evitiamo i contatti materiali e facciamo attenzione nei ns essenziali spostamenti. In fondo, cosa ci viene richiesto…? Anche nelle patologie, noi occidentali siamo privilegiati e possiamo curarci o permanere in case calde e comode e con tutti i confort, sapendo pure che, ove mai ci capitasse qualcosa, possiamo essere curati gratis da un sistema sanitario nazionale abbastanza efficiente.
Quindi, evitiamo assolutamente contatti con persone, i luoghi affollati, non spostatevi se non e’necessario, fate un tipo di vita misurata e sobria come si addice a dei ragazzi bravi e perbene come voi.
Mi permetto di dire, in conclusione,che,pur dopo miei tanti studi laici, non solo di diritto, ho ,alla fine, maturato una grande ammirazione per la Parola del Cristo, l’unica che supera tutte le altre, mi appaga davvero come persona ed il cui messaggio e’universale, valevole anche per chi non crede. Prendiamo atto della fragilità della ns vita, siamo umili, sappiamo affrontare pure periodi di prova e di dolore come questi, recitiamo una preghiera al Signore perché renda l’uomo migliore, anche quando soffriamo o siamo confusi come in questo momento.
Grazie dell’attenzione.Vi voglio bene,
Il vs Presidente, Antonio Petraglia
