Palermo: la vittoria nel DNA. Il cammino da record di una realtà che non conosce ostacoli ne’ confronti

Palermo: la vittoria nel DNA. Il cammino da record di una realtà che non conosce ostacoli ne’ confronti

Passare dalla lotta per la Serie A agli ‘inferi’ del dilettantismo, subendo l’onta di un fallimento dovuto ad una gestione societaria rivelatasi sul finale a dir poco ‘drammatica’. Un doppio salto all’indietro che avrebbe stroncato gli entusiasmi e le ambizioni di qualunque piazza costretta ad una simile involuzione sportiva; qualunque, tranne quella di Palermo.

La rinascita rosanero è coincisa con l’inizio di un nuovo storico ciclo, radicato ad un unico concetto focale, quello della ‘palermitanità‘. È ripartito proprio da lì questo glorioso club, rifondato da due Presidenti palermitani, bravi a coinvolgere una città intera, stretta attorno alla squadra come e molto più di prima. Mai si era visto da queste parti tanto attaccamento, tanta appartenenza, tanta coesione ed unità di intenti a significare il progetto sportivo rosanero. Che fosse Serie D o Terza Categoria, non avrebbe fatto differenza; i 10446 Abbonati fatti registrare nel precampionato (primo di tanti record stagionali) sarebbero stati gli stessi anche tre o quattro categorie più giù.
Una lezione di vita e di sport da parte della gente di Palermo, un momento di riscatto sociale, non solo sportivo, per una terra che per storia, colori, profumi, tradizioni, contraddizioni, suggestioni e bellezze varie, non potrebbe che meritare la Serie A. Un traguardo questo, che calcisticamente è ancora molto lontano, ma certamente non impossibile con le premesse che stanno caratterizzando l’annata in corso. Una Stagione nata sotto i migliori auspici e che sta andando avanti nel segno di una squadra all’altezza delle ambizioni di pubblico e Società, capace sin qui di vincere nove partite su nove nel Girone I di Quarta Serie.

Difficile trovare dei difetti alla formazione allenata da un altro palermitano doc come Rosario Pergolizzi, tecnico preparato, meticoloso e non poco coinvolto sentimentalmente. Accettare la sfida di tornare ad allenare la squadra della sua città in Serie D, è stata forse la scommessa più avvincente della sua carriera. Una scommessa ampiamente vinta fino a questo momento, visto che, la sua, è attualmente l’unica compagine italiana ad essere a punteggio pieno tra le 266 dalla Serie A alla Serie D. Un record sensazionale per un team che sembra sappia solo vincere, nonostante sia collocato in un Girone tutt’altro che semplice, ricco di avversari avvezzi alla categoria, organizzati, esperti e che contro la prima della classe sono soliti mettere in scena le classiche ‘partite della vita’, quelle che per certe Società capitano una volta ogni trent’anni o forse più.

Ma questo Palermo è composto da uomini veri, prima ancora che da Calciatori di alto livello. Anche se, specie in Serie D, non sono i nomi a fare la differenza, per quanto atleti come Santana, Sforzini, Ricciardo, Crivello, Martin o Pelagotti, giusto per citarne alcuni, costituiscano un lusso per la categoria. La forza della compagine siciliana sta proprio nell’essersi calata alla perfezione nella mentalità più adeguata per affrontare al meglio un campionato del genere. Ed è questo il primo aspetto per cui è doveroso complimentarsi con Rosario Pergolizzi, consapevole che per primeggiare quest’anno fosse necessario ragionare ed interpretare le gare esattamente come una grande squadra ‘di Serie D’. Concreti, cinici, a tratti dominanti, ma spesso anche poco spettacolari e più attenti a gestire le varie partite, specie in situazioni di vantaggio. Ha lavorato e continua a lavorare tantissimo su questi temi il tecnico rosanero, conscio di quanto la gestione mentale in ogni singola sfida sia fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale e perché No, anche altri straordinari record. Gli stessi di cui Pergolizzi non vuol sentir parlare, nonostante la sua squadra stia facendo discutere l’Italia intera, sorpresa dall’incredibile striscia aperta di vittorie consecutive, ruolino che sta inevitabilmente dando luogo a paragoni e confronti con altre prestigiose ‘nobili decadute’, precipitate di recente nell’oblio dei dilettanti, una su tutte, il Bari. I biancorossi furono i diretti predecessori delle Aquile nello stesso Girone, vinto dai Galletti esprimendo però una qualità di gran lunga inferiore a quella palesata dai siciliani. La scorsa Stagione, la formazione allenata da Giovanni Cornacchini, arrivò alla 9ª Giornata con 23 punti, frutto di sette vittorie e due pareggi arrivati contro Turris e Marsala. Solo quattro punti meno del Palermo arrivati allo stesso punto nel torneo, ma a margine di due percorsi imparagonabili dal punto di vista del carattere, della solidità e della qualità del gioco.

Semplicemente di un altro pianeta i rosanero rispetto a quel Bari, sotto tutti gli aspetti. Infatti, se le critiche ai biancorossi pugliesi non venivano risparmiate neanche dopo alcune rotonde vittorie, diviene molto più complicato trovare da ridire sulla condotta in campo dei ragazzi di Pergolizzi. Certo, il campionato è ancora lungo, e anche se il vantaggio di otto punti sul Biancavilla secondo appare già abissale, è vietato abbassare la guardia, anche perché un momento di calo psicofisico è e sarà fisiologico anche per questa compagine rivelatasi finora inappuntabile. Società e tifosi si augurano di sovvertire questa regola non scritta, continuando su questa falsa riga fino a Giugno, ma a noi non è dato sapere se questa squadra possa riuscire a stravolgere le leggi della fisica. Quel che è certo è che siamo di fronte ad una realtà con pochi precedenti storici; bella, tosta, umile, vincente e capolista di un Girone in cui, le altre diciassette squadre, concorrono tra loro per cercare di fermare quella che è un’autentica corazzata. Chiunque dovesse mai riuscirci, meriterebbe un piccolo Scudetto, perché contro questo Palermo, prendere anche solo un punto, sarebbe qualcosa di sensazionale. Cosa dire di più per descrivere il livello raggiunto da questa compagine? Come fare per rappresentare la forza di un gruppo che ha disinnescato l’attività persino dei critici più severi? Non si può nulla, se non togliersi il cappello ed esclamare un inequivocabile e più che opportuno “Chapeau!”.

Fonte: www.tuttoseried.com

Categoria: Dilettanti