Rossiello, “Picerno-Bitonto? Indagini aperte, abbiamo la coscienza pulita”
Le dichiarazioni del patron neroverde sulla stagione della sua squadra e sulla presunta combine con il Picerno.
LE ORIGINI – “L’Omnia Bitonto è partita dalla Prima Categoria e ben presto si è ritrovata in D. A quel punto, considerando l’uscita di scena dell’U.S. Bitonto, ho avvertito l’obbligo morale di rappresentare la città in Interregionale con i suoi colori sociali, il nero e il vere, e con il simbolo storico del leone. A dodici gare dal termine ci ritroviamo al primo posto: è motivo di soddisfazione, ma la strada verso il traguardo è ancora lunga. Non esistono segreti: per mirare al professionismo servono entusiasmo e progettualità”.
TAURINO – “Lo seguivo già da diverso tempo: nel mese di dicembre dello scorso anno riuscì perfino a raggiungere il terzo posto al timone di un Nardò nella cui rosa vi erano tantissimi giovani. Nonostante l’esonero ha dimostrato il suo valore: per me è un predestinato e riuscirà a raggiungere grandi palcoscenici, sperando che lo faccia qui a Bitonto. L’ho scelto perchè, oltre a volersi riscattare, ho visto in lui fame ed ambizione”.
PATIERNO – “Lo dico con il massimo dell’umiltà: è stato sufficiente un quarto d’ora per trovare l’accordo. Patierno è consapevole che qui vi è un progetto serio e avverte l’amore nei suoi confronti da parte di società e tifoseria: Bitonto è casa sua e mi auguro che possa rappresentare al più presto la città nei campi professionistici”.
INDAGINI PICERNO-BITONTO – “Ad oggi non si è saputo nulla, ma ci sono ancora indagini in corso da parte della magistratura: rimaniamo in attesa di eventuali decisioni, ma personalmente mi sento a posto con la coscienza. Il nostro è un progetto serio e pulito, che condanna senza appello ogni forma di scorrettezza”.
OBIETTIVI – “Siamo consapevoli che alla base dei grandi risultati vi sono impegno e sacrificio: servirà migliorare, provando a fare investimenti mirati con l’auspicio di crescere sempre di più a livello di mentalità. Bitonto non ha mai avuto l’opportunità di confrontarsi con realtà di spicco sul piano nazionale: semmai dovessimo centrare il salto di categoria, bisognerà lavorare anche su questo aspetto e mi auguro che, in vista dello sprint finale, ci sia ancora più seguito. Puntiamo a costruire una cultura calcistica. Credo nella Serie C sin dai primi allenamenti svolti durante il ritiro di Camerino: non ci aspettavamo di essere così in alto, ma bisogna mantenere i piedi ben saldi per terra. A dodici gare dal termine è necessario guardare in faccia la realtà: è sufficiente il minimo passo falso per sprecare il vantaggio accumulato nei confronti delle inseguitrici. Le somme le potremo tirare soltanto a poche giornate dalla conclusione: ad oggi il futuro si chiama Gravina, dove ci attende una gara complicata, così come lo saranno tutte le altre da qui alla fine”.
Gabriele Campa
Fonte: Vito Di Noi, Corriere dello Sport
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