Foggia-Pescara, un patrimonio di storia. Satanelli per la salvezza, abruzzesi per la A
Foggia-Pescara è da un paio d’anni tornata ad essere una classica del calcio italiano. Non vantano lunghi trascorsi in A (11 per i satanelli, 7 per i delfini), ma hanno permesso al calcio italiano e straniero di dotarsi di calciatori ed allenatori che hanno fatto molta strada.
I nomi? Si sprecano. Come dimenticare tra i satanelli due tecnici come Pugliese e Zeman? Il primo, oltre che nel Bari, ha allenato anche Roma e Fiorentina. Il secondo deve le sue fortune al ciclo ‘Zemanlandia’ inaugurato proprio in Capitanata: anni intensi in rossonero culminati con l’aver sfiorato una storica qualificazione europea nel 1993/94. Tra gli anni ’80 e ’90 i calciatori transitati di talento sono stati tanti: Signori, Rambaudi, Shalimov, Kolyvanov, Baiano, Roy, Chamot ed anche lo stesso…Padalino, peraltro foggiano doc. Esattamente come Giuseppe Di Bari. Il Pescara, però, si difende alla grande. Anche in Abruzzo è transitato il boemo, raccogliendo anche qui una storica promozione in Serie A nel 2011/12. Un traguardo reso possibile usufruendo di giocatori di talento come Verratti, Immobile e…Insigne. Lui, Lorenzo ora al Napoli, che soltanto l’anno prima aveva provato a mettersi in luce nel Foggia. E poi Galeone, Giampaolo o Allegri. Si, proprio l’attuale allenatore della Juventus. Insomma, Serie B a chi?
A cambiare sono gli obiettivi, rispetto al passato. La sfida si ripropone in B: gli abruzzesi di Pillon proveranno ad insediare i posti che valgono la promozione diretta, i satanelli – a causa di una pesante penalizzazione – hanno come obiettivo primario (se non praticamente unico) la salvezza. Un traguardo da raggiungere lottando su ogni pallone. Stonerà l’assenza dei tifosi abruzzesi, sarà una sfida sentita ma meno colorata. Anche per questo, rispetto ai duelli della Serie A, sarà purtroppo tutta un’altra storia…