La Serie B, quel ricordo lontano ma estremamente vicino. Intanto alla Tamma…

La Serie B, quel ricordo lontano ma estremamente vicino. Intanto alla Tamma…

In questi ultimi giorni hanno fatto il giro di tv e web quelle immagini, che resteranno a lungo ben impresse nella memoria, raffiguranti una città trasformata in luna park per una notte e letteralmente impazzita di gioia. 23 aprile 2017, appena quattro anni fa, il Foggia si riprendeva, a distanza di ben 19 anni, la serie B. Già, soltanto quattro anni sono trascorsi da quei momenti fantastici.

A rivederle, quelle immagini, viene il magone. Inutile negarlo. Una città che viveva un sogno, ignara però che di lì a qualche mese quello stesso sogno sarebbe diventato un incubo. Ma il magone viene soprattutto quando a prendere il sopravvento è il timore che quei momenti possano essere irripetibili. E qui necessariamente si apre una riflessione, che andrebbe fatta ad ampio raggio. Per riprendere a sognare la città pallonara ha bisogno di un progetto ambizioso, in grado di guardare lontano e di rinvigorire l’entusiasmo dei foggiani. Dopo una fase travagliata, Foggia riprese ad entusiasmarsi per la propria squadra nell’estate del 2015, quando una nuova proprietà (i fratelli Sannella) salì al timone del club e lasciò intravedere una nuova luce. Un progetto importante che avrebbe riportato allo Zaccheria il grande calcio. Bastarono quei proclami, uniti alla certezza di avere finalmente una società solida finanziariamente, per risvegliare dal torpore il “popolo”, che di lì a pochi mesi sarebbe stato persino capace di mettersi in fila per ore, di notte, per accaparrarsi un biglietto per assistere allo spettacolo del Foggia, in quel momento guidato da De Zerbi.

Un condottiero, vero, il tecnico bresciano. Un allenatore in grado di dare un gioco delizioso alla sua squadra. Ma la passione in realtà fu risvegliata dal club, dai soldi della proprietà e da quel famoso progetto (De Zerbi d’altronde era a Foggia anche l’anno prima ma allo Zaccheria ci andavano in 3, 4 mila…). Perchè questo tuffo in un passato che rappresenta ancora una ferita sanguinante? Beh, perché in fondo, al di là del magone di cui sopra in fondo Foggia vorrebbe tornare a sognare. Ma per far sì che ciò accada serve un progetto che non si limiti ad alzare l’asticella nell’immediato ma sia capace di guardare lontano. Oggi al timone del club c’è Maria Assunta Pintus, chiamata a sostenere grandi sforzi economici (con stadi ancora chiusi…) per chiudere la stagione e programmare quella alle porte.

Sarà in grado, l’imprenditrice sarda, da sola, a far tornare a sognare un’intera città? Sarà il tempo a dirlo. Di certo al neo presidente rossonero non si potranno chiedere miracoli, soprattutto in tempi come questi…Magari irrobustendo l’attuale compagine societaria, chissà…Eppure qualcosa potrebbe accadere e guarda caso si intreccerebbe, anche se indirettamente, col recente passato. E’ notizia di queste ore il passaggio del pastificio Tamma da Franco e Fedele Sannella ai fratelli Crotti, imprenditori italo-australiani con fatturati plurimilionari e a capo di un impero. Hanno rilevato la struttura industriale di Corso del Mezzogiorno e i loro interessi d’ora in poi saranno anche su Foggia. E sul Foggia? Beh, servirebbe che qualcuno gli recapitasse il messaggio. Hai visto mai…

Carmine Troisi

Categoria: Fuori dal coro