Angelo: “Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza. La squadra può ancora migliorare”
Le parole in sala stampa di Angelo De Almeida, a due giorni dal bel pari ottenuto in casa del Lecce di Padalino.
“Contro il Lecce ci è mancato solo la vittoria e il gol, ma non siamo rammaricati. C’è la consapevolezza di essere una squadra con tanti margini di crescita. E questo è un fattore che ci lascia ben sperare. Segnale mandato da noi, che siamo andati lì per imporre il nostro gioco come se fossimo allo Zaccheria. Anche loro hanno impostato la gara come volevano e hanno costruito delle occasioni. Siamo due squadre che lotteremo fino alla fine per la vittoria del campionato. Dobbiamo renderci conto tutti di quanto abbiamo fatto a Lecce, davanti a 20mila persone. A che punto è il Foggia? Al 70%, abbiamo ancora grossi margini di miglioramento”.
AVVERSARIE – “Siamo ancora alla 12° giornata. E non è una frase fatta. Dopo la gara di lunedì abbiamo un motivo in più per pensare a fare il nostro campionato. Lo abbiamo fatto anche quando eravamo primi. Non dobbiamo pensare a Matera o Juve Stabia, ma solo che se scendiamo in campo con cattiveria e consapevolezza della nostra forza, non temiamo nessuno. La Juve Stabia sta vivendo un momento magico, ha una bella squadra, con un allenatore che ha trasmesso un’idea di gioco. E quando vai sulle ali dell’entusiasmo puoi arrivare lontano. Il Matera ha un allenatore che conosciamo e non dobbiamo sottovalutarli. Padalino lo conoscete tutti, allena una squadra forte e con un certo blasone. Ma tutto passa dal campo. Lo scorso anno ci hanno preso in giro con la storia della Ferrari, avevamo un allenatore in gamba e una squadra forte ma siamo venuti meno per una serie di motivi.
CATANIA – Ci aspettano dopo un buon momento, ma anche noi stiamo bene. La gara di coppa ci ha ridato la consapevolezza che l’ambiente aveva un po’ perso dopo la sconfitta di Castellammare. Anche noi arriviamo dopo due risultati positivi e due prestazioni importanti. Quando ci siamo con la testa la qualità viene fuori. Conosco Paolucci, uno di categoria superiore, ha fatto la Serie A e la B e l’ha fatto bene. Ma anche noi abbiamo grandi giocatori.
MOVIMENTI – Quest’anno abbiamo cambiato gestione tecnica. Oggi verticalizziamo di più, quindi per forza palleggi di meno e cerco di farmi trovare in fascia. Concretizziamo di più. Sarno? Si sente la sua mancanza, perché ha delle qualità importanti. Ma penso che quello che ho costruito con lui non è arrivato subito. Ci abbiamo lavorato tanto. Ogni partita parlo con lui e cerco di motivarlo, ci parliamo. Lo stesso lo faccio con Chiricò, e anche con lui cerchiamo di lavorare bene.
DIFFERENZE – Lo scorso anno siamo mancati in partite abbordabili e abbiamo pagato. Quest’anno siamo partiti bene con le squadre che erano alla nostra portata, senza perdere punti. Poi sono arrivati il pari con l’Akragas e la sconfitta con la Juve Stabia, ma sono risultati che ci stanno. Sappiamo com’è la piazza, cosa ci giochiamo e l’importanza della vittoria di un campionato qui a Foggia, e una semplice sconfitta può prendere misure incontrollabili. Come sto? Io sto bene, mi do un giudizio positivo. Quando la squadra va bene stanno bene anche i singoli. Sono soddisfatto, ma la squadra ha margine di crescita e insieme alla squadra anche io.
SENSAZIONI – È presto per sbilanciarci, ma io cerco di trasmettere ai compagni la sensazione che dobbiamo essere orgogliosi di far parte di questa squadra di avere questi tifosi e di giocare in questa città che ci dà tanto ma che vuole tanto. Dobbiamo credere in quello che facciamo, perché siamo forti e abbiamo un margine di crescita. Se ci rendiamo conto di questo può darsi che sia l’anno giusto. Se prendiamo consapevolezza il prima possibile la strada sarà in discesa.
LEGA PRO – Differenze rispetto a Serie A e B? È una categoria da cui bisognerebbe scappare subito (ride, ndr). Per vincere ci vuole un mix di cose: cattiveria, ignoranza, qualità. Se ne viene a mancare un fattore rischi di non vincere. Per me è più tosta rispetto alla B, perché solo chi vince sale di categoria. Poi ci sono i playoff che erano già complicati prima, figuriamoci ora con il nuovo format. Cosa ci manca per vincere? Dobbiamo capire cosa vuol dire vincere qui e portare il Foggia in serie B dopo tanto tempo. Forse io me ne rendo conto, ho preso la cosa a cuore. Il pensiero di risollevare la città ci può dare grandi motivazioni.
Fonte: www.tuttofoggiacalcio.com