Contestazione e tanti, troppi rammarichi dopo il 2-2 maturato nell’anticipo del venerdì tra Salernitana e Foggia all’Arechi. Sulla graticola il patron Lotito, prima difeso e coccolato (tanti i striscioni dedicati al presidente romano), poi contestato e attaccato con fervore dai tifosi granata, che all’uscita della tribuna hanno invocato l’allontanamento di mister Menichini dalla panchina granata, costringendo gli steward a intervenire. La Salernitana non convince sul piano del gioco e soprattutto paga caro le troppe disattenzioni dietro e le difficoltà in mezzo al campo dovute anche all’assenza di Pestrin. “La Salernitana se la giocherà fino all’ultimo con il Benevento, anche perché il Benevento tra poco verrà qui, all’Arechi e vi assicuro che anche loro hanno una squadra attrezzata come la Salernitana”. Mister De Zerbi, intervenuto a fine gara, sa che il suo Foggia, può essere soddisfatto del gioco espresso durante il match e durante tutto il campionato, ma rimprovera i suoi ragazzi, rei di essere “crollati” sotto il peso del tifo granata: “Il risultato non so se è giusto. So che la mia squadra deve crescere, se vogliamo giocarci i play off e se vogliamo davvero vincere qualcosa dobbiamo crescere tantissimo. E’ vero che abbiamo giocato contro una grande squadra e contro un grande pubblico ma se si vuole crescere non bisogna farsi condizionare dalla forza dell’avversario e dalla forza dello stadio, anche perché sapevo quanto il tifo di Salerno sia determinante. Abbiamo pagato l’impatto nel secondo tempo, e , ancora una volta, quando siamo andati sotto abbiamo ripreso ad attaccare. Dobbiamo crescere sul fatto di non avere questi sbalzi di atteggiamento in base al risultato maturato. Sia che si stia vincendo, pareggiando o perdendo l’animo deve rimanere lo stesso. Sia a Salerno che a Foggia quando c’è gente allo stadio il pubblico fa la differenza, ma la squadra di personalità sa che i tifosi non giocano, se uno ha la forza di andare oltre questa cosa, va avanti. Dobbiamo maturare, siamo in fase di crescita, abbiamo un grande margine di miglioramento. Bisogna migliorare se si vogliono ottenere traguardi grossi.” Una partita maschia, tanti i contatti, tanti i cartellini estratti dal direttore di gara, e soprattutto tanta elettricità in campo, provocata forse anche dal gesto di Agostinone, che subito dopo il primo vantaggio ospite è andato ad esultare sotto la Curva Sud baciando lo stemma della propria maglia e facendo infuriare tifoseria e giocatori: “Per me l’arbitro è stato il migliore in campo, non so quello che è successo, dalla panchina non ho visto niente, se l’ha fatto chiedo io scusa per lui. Agostinone è un bravissimo ragazzo, attaccatissimo alla squadra per cui gioca essendo foggiano di nascita. Se ha mancato di rispetto a qualcuno chiedo io scusa per lui”. De Zerbi, a Salerno c’è stato, ma solo di passaggio quando nel 2001, venne rigirato dai granata in C, all’Avellino: “Io sono stato tesserato alla Salernitana, mi hanno mandato in prestito all’Avellino, che era in C. La Salernitana non mi ha ritenuto idoneo per la categoria”; e su un suo papabile ritorno in granata come allenatore, non si sbilancia e dichiara amore al suo Foggia: “Da allenatore, sto benissimo a Foggia, sono innamorato della mia squadra e dei miei calciatori. Voglio rimanere qui perché questa squadra mi permette di migliorare e crescere da tutti i punti di vista. Qualsiasi cosa io dica ai miei ragazzi, viene subito recepito e messo in atto. Sono fiero di essere qui”. I tanti complimenti? “Fa piacere, ma io voglio vincere, noi non siamo partiti per vincere. Con Salernitana e Benevento siamo su due dimensioni diverse, dei complimenti se non arrivo ai play off me ne faccio poco. Nel calcio contano il risultato e la praticità. Il risultato si ottiene col gioco e questo l’ho imparato da calciatore, senza gioco è molto difficile andare avanti, o passi per episodi o hai la squadra più forte a disposizione”.