Delio Rossi: “Un mio ritorno alla Salernitana? Mai dire mai nella vita…”

Quella in programma domani pomeriggio sarà anche la sua partita, dal momento che si affrontano due squadre che gli hanno permesso di mettere in mostra le sue qualità. Delio Rossi è un doppio ex molto speciale: dalla contestazione di Lagonegro all’ovazione allo stadio Vestuti, il “Profeta” è rimasto nel cuore di tutta la tifoseria salernitana ed ha scritto pagine indelebili della quasi secolare storia granata. Ai microfoni di TuttoSalernitana.com, il trainer romagnolo ha rilasciato una breve intervista.

Foggia-Salernitana, per molti è anche la sua partita…

“Sicuramente sono due piazze che meritano palcoscenici differenti, fa male vederle in una categoria che non compete nè a Foggia, nè a Salerno. Ho lasciato un pezzo di cuore in quelle due città, sono stato benissimo e soprattutto con la Salernitana sono stati raggiunti traguardi importanti, sono felice che la gente abbia ancora un buon ricordo del sottoscritto”.

Eppure dopo il suo ritorno a Foggia ci furono diverse polemiche. Come ha fatto a riconquistare il cuore dei salernitani?

“Essendo semplicemente me stesso. Quando ti comporti in modo serio e dai tutto per la maglia che rappresenti, la gente non può non riconoscertelo. Mi trasferii a Foggia ed in quel momento ho dato il massimo per la causa rossonera, poi si crearono i presupposti per tornare a Salerno e le cose sono andate come tutti ricorderete”.

A quale Salernitana è più legato?

“A quella che conquistò la serie B nel 1993-94, fu una cavalcata più emozionante anche rispetto a quella che ci permise di riportare la Salernitana in A dopo 50 anni. Era la mia prima esperienza da allenatore in una piazza importante ed esigente, dovemmo lottare nei play off a cospetto di squadre agguerrite, ma quello era un gruppo composto da uomini veri, con gli attributi. Porterò sempre nel mio cuore quei ragazzi e quel pomeriggio del San Paolo”.

Nel 97-98, invece, lei rilanciò Marco Di Vaio che, proprio oggi, ha dato l’addio al calcio giocato…

“Ottimo professionista. Nella mia carriera ho allenato tanti calciatori e con la maggior parte di loro mi sento ancora adesso: passa il tempo, ma la stima e l’affetto restano immutati. Ha disputato una carriera da protagonista, sono sicuro che riuscirà ad avere successo in ogni ambito professionale”.

Brucia ancora quella retrocessione dalla A?

“Non mi piace vivere di rimpianti, mi limito a dire che le cause sono molteplici e non vanno ricercate solo in un discorso squisitamente tecnico. Un’idea me la son fatta, ma preferisco tenermela per me”.

Ora a Salerno c’è Lotito, presidente che lei conosce molto bene…

“Se Lotito ha scelto di puntare su Salerno, evidentemente ha intenzione di puntare in alto e credo che la sua presenza sia una garanzia. E’ripartito dalla D, non è mai facile, ora auguro alla Salernitana di tornare a calcare palcoscenici diversi”.

Quanto può incidere il fattore pubblico a Salerno?

“Conosco benissimo le potenzialità della piazza, la passione dei tifosi salernitani è quasi unica e quando scendevamo in campo ci accorgevamo di quanto la gente fosse legata alla maglia. Effettivamente all’Arechi hai la sensazione di giocare in dodici, molto spesso il risultato del campo era anche frutto del sostegno del pubblico”.

Tornerebbe ad allenare la Salernitana?

“Non sappiamo il futuro cosa ci riserverà, sono un professionista e quindi non precludo nulla. Mai dire mai nella vita, del resto mi è già capitato di tornare laddove avevo già allenato..”.

Categoria: Intervista