Foggia, l’addio di Stroppa: “Lascio nel momento giusto. Ho dato tutto”

Foggia, l’addio di Stroppa: “Lascio nel momento giusto. Ho dato tutto”

Direttamente dalla location di Villa Reale, è intervenuto per l’ultima volta da allenatore del Foggia, Giovanni Stroppa. Il tecnico lombardo, protagonista nelle ultime stagioni della promozione in Serie B e della successiva salvezza nel campionato cadetto, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni per salutare la piazza rossonera e chiarire i motivi del suo addio:

“Ringrazio innanzitutto Villa Reale che ci dà la possibilità di poterci salutare e di farlo di persona, soprattutto perché non ho avuto modo dalla fine del campionato fino ad oggi. Vorrei dare delle motivazioni per tutto quello che è successo

Tutto cominciò due anni fa in una situazione difficile parlando del mio staff, dei calciatori, a cui do un ringraziamento con il cuore, la famiglia Sannella, i direttori e tutto l’ambiente. La mia permanenza qui è stata piena di soddisfazioni e credo di essere stato l’uomo giusto al posto giusto per questa piazza. Questa città veniva da 19 anni di frustrazioni ed è giusto che al minimo incidente di percorso venissero critiche contestazioni e a testa bassa ho sempre cercato di lavorare come sono abituato a fare, l’ho fatto per la città che vive di pallone attraverso giornali e televisioni. Famiglie che riversano nel calcio la voglia di rivalsa per tutto l’ambiente. Questa stagione è stata soddisfacente per me a parte il girone di andata, e nel girone di ritorno strepitoso abbiamo sfiorato i play-off attraverso la qualità del gioco.

Ad oggi consentitemi, ma lascio nel momento giusto. Ho sentito di tutto e comprendo il malumore della piazza e della Società, non voglio passare per traditore. Ma credo di essere arrivato al culmine di quello che potevo dare a questa città e a questa Società. La mia è solo una scelta tecnica. È vero che avevo detto che sarei andato via solo per una categoria superiore ma credetemi vado via per rispetto verso tutti, tifosi, giornalisti e società. Quando parlai di permanenza a Foggia lo feci perché avevo comunque una possibilità che questo potesse avvenire. Capisco il risentimento ma credo di lasciare un ricordo positivo e la mia scelta la reputo normale, anche se di normale forse non c’è molto considerato il contratto in essere.

Non sono qui per parlare del Crotone perché qui stiamo parlando della mia scelta, perché sto prendendo un’altra strada che sotto il profilo professionale cercherò di farlo nella massima serenità possibile. Oggi ci sto mettendo la faccia, non vado al Real Madrid ma alla fine la mia è una scelta serena fatta con la massima capacità di poter dare continuità al mio lavoro in un’altra piazza. Poteva andarmi male anche qui, come la scelta della passata stagione di rimanere qui quando avrei potuto lasciare in un momento topico perché avevo ottenuto una promozione che qui mancava da 19 anni. Ho vissuto situazioni difficili. A gennaio eravamo terz’ultimi e a fine stagione a ridosso dei play-off. Di più non potrei dare a questa piazza. Tra Crotone e Foggia cambiano le motivazioni e forse qui sono venute meno. Lì c’è un progetto tecnico nuovo da avviare. Non ha inciso la possibilità che il Foggia partisse con una penalità.

I rapporti con Nember sono eccezionali e permettetemi una critica alla stampa. Non si interrompono i rapporti perché si è litigato con qualcuno. Nember è stato un valore aggiunto per me soprattutto a gennaio quando ha fatto delle scelte che mi hanno fatto ottenere dei risultati ed il rapporto si è consolidato. Ho comunicato a lui la mia scelta nella massima serenità. Non ho mai lamentato la sua presenza in panchina durante le gare. Ho sempre avuto rapporti ottimi con tutti. Ho letto della delusione dei Sannella, che ci sono rimasti male e mi dispiace, ma vi posso garantire che non ho avuto cattivi rapporti con nessuno.

Ho rescisso poco fa, ho rinunciato agli ultimi tre stipendi ed il fatto che sono qui da solo la dice lunga. Chiedere il prolungamento del contratto di qualche calciatore potrebbe aver influito sulla mia permanenza qui. La società mi aveva riferito che in cassa sarebbero dovuti entrare un po’ di soldi dai calciatori più richiesti e con quelli investire su altre scelte e questo non mi ha visto molto d’accordo. Qui non mi sono mai sentito un allenatore normale e non ho mai fatto dichiarazioni d’amore per non passare per ruffiano ed avere qualcosa in cambio. Quando sono arrivato qui credevo di avere un credito per il passato da calciatore ma mi sono dovuto guadagnare tutto da solo. Mi sono sentito il condottiero per fare scudo davanti a tutto e tutti a cominciare dai miei calciatori. Ho avuto delle difficoltà all’inizio e sono convinto che anche con voi non mi sono approcciato nel modo migliore. Ma poi con il tempo avete imparato a conoscermi anche voi e sono orgoglioso del mio stile e quando porti in giro quattromila persone e ti si viene riconosciuto un modo di lavorare, ti fa sentire davvero importante. Dei “vaffa” che ho ricevuto dico, chi se ne frega.

Vi dico grazie e dico grazie a Foggia perché questa piazza è davvero speciale e nessuno mi toglierà questo ricordo nel corso della mia vita. Ieri in giro per Foggia ho ricevuto attestati per il lavoro fatto e mi dispiace, ma la mia è stata una scelta e mi auguro di non sbagliare come magari è capitato con qualche cambio o scelte sbagliate di formazione. Ringrazio Franco e Fedele Sannella che in questo momento ci sono rimasti male ma ho ritenuto doveroso portare avanti questa mia tesi fino in fondo. Ai tifosi ribadisco che sono stati il valore aggiunto di questa stagione a cominciare dalle prime battute di questa avventura. Anche loro hanno dimostrato stile.

Ci poteva essere la possibilità del rinnovo del mio contratto unitamente al direttore sportivo. Ma non siamo arrivati a questo step e non è questa la motivazione che mi ha portato a fare questa scelta. Non voglio lasciare aloni sul direttore e sulla famiglia, la scelta è solo mia. Questa più che una conferenza stampa, la reputo una opportunità per salutare tutti con il cuore.

Non nego che cambiare location per gli allenamenti per due anni consecutivi non sia stato facile, soprattutto per quanto successo ad Amendola, cosa che forse ha inciso sull’inizio della stagione perché quando siamo andati sul sintetico di Cerignola siamo arrivati ad avere 11 infortunati. So che in questi giorni è stata firmata la convenzione e sono stati acquistati dei macchinari per lavorare al meglio sui campi. Credo che i nomi che si stiano facendo siano profili importanti per il futuro del Foggia. Grassadonia credo sia il profilo più simile e mi piace il suo modo di giocare”.

Francesco Beccia – www.foggia.iamcalcio.it

Categoria: Intervista