“In Italia grazie a un video di Corvino”. Dal Brasile alla Puglia, Angelo ci racconta il suo amore per il Foggia
Per tutti: Angelo. Semplice, chiaro. Sembrerebbe italiano, anche dall’accento. Ma Angelo che di professione fa il calciatore – ora del Foggia! – è italiano solo di cuore, dato che ci vive dal 2004. E poi se dovessimo raccontare com’è arrivato qui… “Non era scritto da nessuna parte che dovessi arrivare in Italia. Il direttore sportivo del Lecce, Pantaleo Corvino, era in Brasile per visionare un altro giocatore che era un mio compagno, ma poi ha notato me. Mi ha fatto un video e lo ha mandato a Zeman, all’epoca allenatore. Lui ha dato l’ok e io ho preso il primo volo”. Destino.
Angelo. Carta canta ma spiega pure: ‘Mariano De Almeida’. Samba e Capoeira. Caipirinha e futebol: Brasile, si è capito. “Anche io, come praticamente tutti i calciatori brasiliani, ho iniziato sulla sabbia, perché Salvador De Bahia, mia città natale, è fatta praticamente solo di mare e spiagge e non hai altri posti dove poter giocare – racconta Angelo in esclusiva a Gianlucadimarzio.com – ma è qui che ho fatto esperienza prima di andare a giocare in un vero e proprio club quando avevo undici anni. Ho giocato in entrambe le squadre principali della città: nel Vitoria prima per 5 anni, e nel Bahia poi per mezza stagione. Ero un po’ sfiduciato ma poi ho avuto la fortuna d’incontrare un agente che mi ha portato al Corinthians per fare un provino”. Un biglietto di un aereo, 2000 km da percorrere e la valigia carica di sogni e speranze come fosse una matricola in partenza per l’università: “Si, e il provino è andato come speravo. Ho così firmato e giocato un paio d’anni per una grande squadra togliendomi qualche soddisfazione”. Il modello è made in Brazil. “C’erano diversi giocatori a cui rubavo qualcosa vedendo le loro partite. Cafu e Roberto Carlos solo per citarne alcuni. Era senz’altro una bella epoca per i nostri colori”.
Anche se l’Italia e gli italiani ormai fanno parte di lui. E quanto si trova bene qui, Angelo. In particolar modo in Puglia. “Mi trovo da Dio in Puglia, a Lecce come a Foggia. Ho probabilmente più amicizie qui che in Brasile, a Lecce sono anche nati i miei figli e io dei legami molto forti con certa gente che mi è sempre stata vicina”. In campo, si nota assai. Su e giù sulla fascia come un treno, assist a ripetizione e vizietto del gol. Quasi sempre da fuori area. Eppure l’unico gol in Serie A non è stato propriamente in linea con le sue caratteristiche: “Ero a Pescara e indossavo la maglia del Siena. Vincemmo 2-3 e ho segnato di testa. Sai, se arrivi in Serie A non puoi non fare centro. Sarei rimasto un po rammaricato se non fossi riuscito a segnare. E’stato quasi un nuovo battesimo per me”.
Serie A, Serie B e Lega Pro. Rimpianti? Pochi.“Più di qualcuno dice che avrei potuto fare anche di meglio, viste le qualità tecniche e soprattutto morali, ma io sono sicuramente contento di come è andata la mia carriera. Ho fatto abbastanza e non mi guardo indietro, sono molto felice così”. Adesso solo felicità e spensieratezza. Affetto incondizionato della sua Foggia. Un esempio? “Una volta sono andato a prendere i miei figli a scuola e si è bloccato il traffico. I loro compagni di scuola mi chiedevano foto e autografi! Questo la dice lunga su che tipo di passione ci sia da queste parti. A cominciare dai più piccoli”. Da De Zerbi a Stroppa, cambiando l’ordine degli addendi il risultato è sempre lo stesso e il Foggia vince e convince: “Ci trovavamo bene con il nostro ex allenatore perché eravamo un gruppo compatto, ma sappiamo che sono cose che possono succedere. Noi siamo i protagonisti e dobbiamo dare il massimo per la città e per la squadra, a prescindere da chi ci sia in panchina. Abbiamo raccolto il massimo per ora e siamo contenti così. Ora dobbiamo prepararci al meglio per le prossime”.
Non è esattamente un tipo social, Angelo. Zero account online, ma ci pensano gli altri a postarlo su Instagram: “Sono molto amico di Gerbo e ho visto la foto di Vieste che ha pubblicato. Ho un buon rapporto con tutti ma con lui di più. Volevo tanto bene anche a Bollino e Viola, ma a Foggia è così, siamo tutti molto legati”. E Papà Angelo? “Tengo molto ai miei figli, non m’importa se vogliono giocare a pallone o meno. A me interessa solo che siano felici. Io sto facendo tanto, dando loro la possibilità di scegliere, quello che io non ho avuto”. Il gol più bello proprio in extremis. Da un ottimo giocatore che sta facendo sognare Foggia ma anche papà modello. Uomo calciatore. Ma con un cuore così, tra il brasiliano, l’italiano e… il pugliese.