La vigilia di Audace Cerignola-Foggia: il derby delle vittime dell’ingiustizia
Il derby del Tavoliere. Ma anche il derby del grano, per via dei piani delle fosse granarie che caratterizzavano prima Foggia e ancora oggi Cerignola, due città dalla fortissima tradizione contadina. Il countdown sta per terminare, l’attesa sta per finire. Domani dopo sessantadue anni esatti l’Audace Cerignola tornerà ad ospitare il Foggia, sotto il comune denominatore di un’estate passata nei tribunali, a combattere contro i soprusi.
Chiamatelo per questo anche il derby dell’ingiustizia. La Serie D non rappresenta nessuna delle due società: il Cerignola – che de facto e stando alle regole sarebbe dovuto essere ripescato in Serie C – ha una società che non ha niente a che vedere con il dilettantismo; il Foggia – scippato in maniera indegna dalla possibilità di disputare i playout di Serie B – è dovuto ripartire dalla quarta serie dopo le note vicende di pochi mesi fa.
«Una squadra che gioca la palla ovunque» ha detto Ninni Corda in conferenza ha proposito dei gialloblù, parlando del «club che spende di più e che ha costruito una grande squadra, con tante individualità importanti e un buon collettivo, un bravo allenatore e una società seria». Gli ofantini scenderanno in campo con il solito tridente d’attacco, molto probabilmente Potenza recupererà anche Rosania. Sarà una giornata di grande sport, unica pecca l’assenza dei tifosi rossoneri: «Siamo in Italia – ha detto Corda sull’argomento -, il paese dove l’Osservatorio non viene preso in considerazione per la definizione del girone (a tal proposito non capisco con quali criteri ci abbiano mandati nel girone H), ma le sue informative vengono considerate per vietare le trasferte. Una cosa che succede solo in Italia».