Ha perso il Foggia, ha perso Foggia.
Sono passate ventiquattro ore dalla “notte folle dello Zaccheria”. Tanti hanno scritto, tanti hanno parlato. Ma poche sono le verità e le lucide analisi sulla vicenda.
Con il Catanzaro è stato un Foggia double face. La prima faccia della medaglia premia i rossoneri sul campo (non fu così male la prestazione d’andata) e fuori. Chi li dimentica i soccorsi al compianto Antonio Trotta, funzionario di Polizia che accusò un malore proprio nel pre-partita della gara tenuta in Calabria. Forse, quel gesto d’immediato soccorso da parte degli ultras foggiani l’hanno dimenticato solo i media nazionali, anzi forse l’hanno proprio ignorato. Ricordo che pochi parlarono dell’accaduto.
L’altro lato della monetina lanciata ieri, prima del fischio d’inizio e fatta cadere sul pelo d’erba, è proprio quella di un giorno fa. Un lato brutto in campo e fuori. È il calcio, come ne fai cinque di gol, ne puoi prendere sei qualche minuto più tardi. Ci può stare.
È ignobile quanto accaduto e che ormai è su tutti i quotidiani nazionali, la violenza va sempre e solo condannata. È ancor più ignobile come il fatto sia stato completamente distorto, facendo di tutta l’erba un fascio. Infangando una comunità fatta di tanta brava gente che ama il calcio, lo sport e i valori.
Il giocatore vittima dell’accaduto non è mai stato preso a schiaffi. Il team manager del Foggia non ha mai aggredito l’attaccante avversario. Su oltre 7000 persone, 3 facinorosi hanno rovinato una serata di sport. In percentuale è un numero così piccolo che si fa fatica solo a immaginarlo.
Le testate nazionali dovrebbero spendere più soldi per avere corrispondenti che raccontano le verità e buttare meno cash per la gestione dei social network. Ah, e per quanto riguarda le provocazioni fatte dai provocatori seriali: la provocazione, se ben fatta, arriva al limite ma non lo travalica. A buon intenditore poche parole.
Ieri, purtroppo, ha perso Foggia per colpa dei soliti pochi. Ma chissà se qualcuno la civiltà l’ha mai (ri)trovata…
Daniel Miulli