Tutti coloro che si aspettavano la prima delle 10 finali che potesse portare il Foggia in vetta al campionato, ancora una volta, dopo la cocente disfatta nell’ultima trasferta di Lecce, devono probabilmente riporre i propri sogni nel cassetto e non certo per la matematica che lascia ancora ampi margini. Ritornare, dopo gli errori del passato, a riprendere gol su sbagli in fase di impostazione, su contropiede e soprattutto pensare di vincere senza idee e senza determinazione, deve far capire che per vincere i campionati bisogna avere quella mentalità vincente e quella voglia che viene sbandierata e promessa attraverso le parole dei protagonisti, ma che in campo vengono puntualmente lasciate negli spogliatoi. Purtroppo non c’è il calo del singolo calciatore, la sua giornata storta, manca sempre quel famoso “qualcosa” che nessuno ancora è riuscito a individuare.
Vantarsi di avere un bel gioco, far parlare i rotocalchi nazionali e fare queste figure in campo, rende merito a chi gioca in modo più concreto, porta a casa i risultati e probabilmente vincerà questa stagione. Dobbiamo tutti insieme farci un bagno di umiltà e capire che quella famosa forza del gruppo, quella che lo scorso anno aveva dato quel valore aggiunto a tutto l’ambiente, non c’è più e la forza dei singoli non è riuscita a rimpiazzarla. Non è nessuno sotto accusa, il giocattolo forse oggi non c’è più e quella bella stagione iniziata dopo il derby vinto a Bari, viene ampiamente e duramente ridimensionato da altri due derby, più importanti ed entrambi persi, a Lecce e ad Andria. Io oggi la vedo così, ma resto sempre pronto a ricredermi nelle prossime settimane.
Alberto Mangano – www.manganofoggia.it