Zemanlandia: la storia del rapporto tra Zeman, il Foggia e la storica promozione in Serie A

Nel mondo del calcio esistono diverse favole, che sono passate alla storia in virtù del successo di un calciatore, una squadra o un ambiente. Nell’ambito del calcio italiano, una delle realtà che si è diffusa con più incredibile clamore mediatico è quella dello storico Foggia di Zeman, che ha permesso di coniare il famoso termine Zemanlandia e che ha permesso, all’allenatore boemo, di diventare uno dei simboli più riconoscibili del calcio italiano. Per riuscire a comprendere perché il Foggia di Zeman, ancora oggi, ricordato in virtù di un’impresa titanica, basti considerare che quella squadra, per valore tecnico della eosa e, soprattutto, per problemi societari, era equiparabile ad una qualsiasi squadra che milita nelle competizioni più in basso del campionato italiano. Nessuno si sognerebbe di scommettere, sui https://casino.netbet.it/ o su altre piattaforme di gioco, a proposito di numerose promozioni di quelle squadre, fino alla conquista di Serie A. Ebbene, se qualcuno l’avesse fatto in passato con il Foggia di Zeman, avrebbe ricevuto una cospicua somma in denaro, a causa di un successo che non ha portato alla vittoria di coppe e medaglie, ma che è passato comunque alla storia: la storia di Zemanlandia.
L’arrivo di Zeman a Foggia nel 1986
La storia di questa favola inizia nel 1986, con l'approdo di Zeman al Foggia. In quel momento storico, la squadra pugliese era disastrata, in virtù di problemi societari e di una possibilità di incorrere nell’illecito sportivo. Queste due caratteristiche, legate tra loro, creavano un ambiente tutt’altro che semplice in cui lavorare, ma in cui il tecnico boemo si trovò incredibilmente a suo agio. Zeman, che aveva ottenuto un diploma ISEF in Sicilia, aveva iniziato ad allenare alcune formazioni siciliane, distinguendosi per la propositività Il suo calcio e, soprattutto, in virtù di alcune idee che proponevano costantemente un calcio offensivo, pronto ad asfissiare l’avversario con un pressing alto e con una linea di difesa altissima.
Nonostante l’assenza di organico, una caratteristica che Zeman ha sempre preferito per le squadre in cui ha allenato, l’allenatore boemo ha sempre saputo infondere il giusto coraggio dei calciatori e, attraverso un vero e proprio programma prima psicologico, oltre che fisico, ha permesso a diversi atleti di per formare ben oltre le proprie aspettative. In effetti, benché si concluse con un esonero, dal momento che Zeman stava già trattando per allenare sulla panchina del Parma, la prima stagione dell’allenatore sulla panchina del Foggia fu già in grado di mostrare di che pasta il boemo fosse fatto.
Il ritorno di Zeman al Foggia nel 1989
Il ritorno di Zeman al Foggia c’è stato nel 1989. L’allenatore boemo aveva stregato la squadra rossonera e, in particolar modo, il presidente Pasquale Casillo che, per conquistare la storica promozione in serie A, decise di rivolgersi proprio all’allenatore. Dopo un inizio di campionato shock, che aveva portato la squadra ad ottenere soltanto 14 punti nel girone d’andata, il Foggia riuscì a per formare perfettamente nel girone di ritorno, ottenendo 25 punti in 19 giornate e, soprattutto, conquistando una comoda salvezza.
Nell’anno successivo, con l’innesto di Francesco Baiano, attaccante che rappresentava uno dei pupilli di Maradona, unito ad un trio formato con Rambaudi e Beppe Signori, attaccante che fu trasformato da Zeman nella sua carriera in bomber di razza, il Foggia riuscì a conquistare la promozione in serie A, con uno storico primo posto conquistato in campionato e con la massima serie che divenne finalmente realtà. Il Foggia divenne, in serie A, un’attrazione incredibile, grazie ad un calcio champagne e, soprattutto, grazie al secondo miglior attacco in campionato, con 58 gol segnati e 58 subiti: del resto, si sa, per Zeman conta sempre farne uno in più dell’avversario.