A breve riprenderà la stagione calcistica ed ovviamente tutte le attività arbitrali ad essa collegate.
Contattato dalla nostra redazione, Antonio Vinella, Organo Tecnico, nonché Vicepresidente dell’Associazione Italiana Arbitri di Foggia, ha risposto ad alcune domande che gli abbiamo posto.
Ha sciolto subito un dubbio molto frequente, quello della preparazione di un arbitro: “La preparazione atletica non è la stessa di un calciatore. È molto simile, ma differisce per l’aspetto tecnico/tattico -spiega Vinella a foggiacalciomania-, poiché un giocatore lavora molto sulla forza peressere pronto in partita ad affrontare contrasti ed un gioco più basato sulla fisicità”.
Non solo aspetto atletico, ma voglia e carattere per riuscire ad emergere. “Arbitro non si nasce, si diventa con la passione e il duro lavoro, l’impegno costante. La scuola arbitrale è una scuola di vita -racconta il vicepresidente dell’Associazione Italiana Arbitri di Foggia-, perché fortifica il carattere del ragazzo permettendogli di affrontare situazioni difficili in una gara, confrontarsi con allenatori, giocatori e dirigenti, rendendolo più determinato e sicuro anche nelle relazioni extra-arbitrali”.
Poi, la riflessione di Antonio Vinella si concentra sulla speranza di ricominciare al meglio dopo una stagione finita in largo anticipo. “Il Covid-19 ha costretto alla sospensione di ogni attività sportiva sin dal 9 marzo scorso. Al momento siamo in attesa di diposizioni su come ripartire”.
Nella ripartenza sicuramente verrà incluso un nuovo corso di formazione per ragazzi che vogliono intraprendere questa attività, come sottolineato dall’esponente di spicco dell’AIA foggiana: “Ogni anno la nostra sezione indìce un corso per aspiranti arbitri. I requisiti necessari per partecipare al corso -sottolinea Vinella-, sono l’età minima di 15 anni compiuti e l’idoneità fisica a svolgere tale sport attestata attraverso un certificato medico rilasciato dalla medicina dello sport”.
Per il nostro intervistato non c’è dubbio, c’è un modello per tutti i ragazzi arbitri, ed è foggiano: “Pasquale De Meo, foggiano, rappresenta il fiore all’occhiello della sezione di Foggia e i giovani possono, devono emulare il suo cammino fatto di sacrifici, sacrifici e… sacrifici. Solo così nessuno potrà essere precluso dal raggiungere quel traguardo”.
Per finire Vinella compie un ritorno al passato, alle sue esperienze in campo prima di dare un grosso contributo come dirigente: “Il mio più bel ricordo? Risale al 13 giugno 1987. Ero assistente in una gara amichevole, Foggia-Porto, nello stadio della mia città gremito. Un’emozione che non dimenticherò mai”.
La redazione di fcm.netplanet.it ringrazia Antonio Vinella e l’AIA Foggia per la disponibilità profusa.
Antonio Iammarino