Giovanni Cavallaro nella scorsa stagione ha realizzato 15 gol importanti per la promozione del suo Foggia nella Divisione Unica, ora è a quota 4 con la rete segnata alla Juve Stabia e non vuole certo fermarsi, come tutto il Foggia del resto. L’ex capitano della Nocerina domani tra l’altro ritrova da avversario proprio Gaetano Auteri, attuale tecnico del Matera: il mister di Floridia allenò Cavallaro nella squadra molossa che raggiunse la Serie B nel 2011, anche se gli concesse solo 22 presenze in Prima Divisione preferendogli Catania, Castaldo e Negro, poi in B il calciatore finì fuori lista dopo 120 presenze e 30 gol tra Serie D, C2 e C1. Cavallaro ha quindi motivazioni particolari per domani pomeriggio, quando allo Zaccheria si giocherà Foggia-Matera. Intervistato da TuttoLegaPro.com, Cavallaro ha dichiarato di dovere molto al Foggia perché gli ha permesso di rigenerarsi e di ritrovare il professionismo.
“L’anno scorso iniziai la stagione che ero reduce da un brutto infortunio, devo già ringraziare il Foggia e mister Padalino che aveva avuto fiducia in me. Il mister mi conosceva già dai tempi della Nocerina e mi ha dato l’opportunità di rimettermi in gioco. Penso di averlo ripagato alla grande guidando la squadra alla promozione, e segnando quindici gol nella scorsa stagione. Ho conquistato anche l’affetto della gente e la stima della società, poi è arrivato De Zerbi al quale piace il gioco offensivo: ha puntato forte su di me perché ha detto che aveva ambizioni importanti, ed erano pochi tre gol che avevo segnato prima della trasferta di Castellammare in cui ho segnato. Avevo commesso degli errori sotto porta nelle precedenti partite e volevo a tutti i costi segnare con la Juve Stabia in modo da poter arrivare alla gara col Matera nelle migliori condizioni psicologiche”.
Lascia sempre dei ricordi importanti negli allenatori che hanno avuto il piacere di conoscerla.
“Certo, negli ultimi dodici anno ho sempre lasciato loro un buon ricordo, non solo perché in campo io abbia dato quello che loro si aspettavano, ma anche perché mi sento un professionista e faccio subito spogliatoio. Padalino mi ha dato un grande aiuto e c’è tra noi un ottimo rapporto, poi ho conosciuto De Zerbi che è una persona fantastica e che merita di essere ripagato. Vorrei aggiungere anche che il mister mette noi attaccanti nelle condizioni di esprimerci al meglio”.
Il Foggia è una squadra giovane, per molti si era indebolita, ma in campo fa sempre bene.
“Siamo partiti con l’obiettivo di raggiungere la salvezza il prima possibile, poi dal ritiro ci siamo guardati in faccia ed eravamo convinti di poter fare grandi cose. Il mister e il ds Di Bari hanno puntellato i reparti prendendo Potenza, Gerbo, Gigliottì, Sarno, Iemmello, per cui la nostra squadra adesso è importante. Emerge chiaramente il lavoro del nostro allenatore”.
Conta molto il sostegno del grande pubblico?
“Pur rinunciando a opportunità vantaggiose economicamente, io ho sempre preferito le piazze calde. Farei fatica a esprimermi in piazze sportive nelle quali la squadra di calcio è seguita da duecento persone in casa. Mi piace quando il pubblico è esigente, perché questo mi stimola a fare bene. Ripeterei sempre le scelte che ho fatto: io ho percepito il calore della piazza di Nocera e lo sto ritrovando a Foggia”.
La Nocerina oggi è precipitata in Eccellenza. Per lei che è legato a Nocera Inferiore perché qui ha una compagna, è una brutta cosa la retrocessione.
“Sì, è vero, sono restato davvero male quando l’ho saputo. Ero capitano, avevo vinto molto con la Nocerina, e quando ero arrivato in Serie D nel 2007-2008 avevamo portato la squadra in B in pochi anni. In Serie B non ho potuto giocare per una serie di situazioni, e mi dispiace per la città, perché i tifosi nocerini amano la squadra. Quando cammino per strada, tuttora mi vogliono bene e mi trattano come un giocatore importante. Sono dispiaciuto quanto loro perché Nocera merita il professionismo, non l’Eccellenza”.
Già l’anno scorso Desiderio Garufo disse di essere grato alla Nocerina se era arrivato in Serie B. Lo stesso potrebbe dire lei per il suo primo approdo nel professionismo cinque anni fa.
“Certo, sono stato in Sicilia fino all’età di 24 anni, e da quando sono arrivato a Nocera ho fatto il calcio vero. C’era il calore del pubblico, c’erano delle responsabilità, e ringrazierò sempre la Nocerina”.
Dove si è sbagliato l’anno scorso a Salerno?
“Quella domenica a Salerno sono stati commessi degli errori, è stata fatta quella che alla televisione sembrava una messinscena, ed è stata rovinata l’immagine di una città che comunque è sempre stata nel calcio. Se ne è parlato dappertutto. Non so chi sia stato a organizzare tutto questo, ma è stata una cosa brutta per il calcio e un’offesa per la tifoseria di Nocera”.
Il rapporto con Citarella?
“Con lui ho ancora un ottimo feeling, perché io ho dato tantissimo a lui e lui ha dato tanto a me”.
Sappiamo che lei ha dedicato alla sua compagna la rete del momentaneo vantaggio del Foggia con la Juve Stabia.
“Era da un bel po’ che la mia ragazza mi chiedeva di sposarla, e io non ho mai detto di sì perché avrei voluto dedicarle un gol con una maglia. La palla è andata dentro dopo un mese, finalmente, e le ho detto di sì. Dobbiamo solo preparare tutto per giugno”.
Domenica Foggia-Matera. Sulla panchina materana ci sarà Gaetano Auteri, che la allenò. Sappiamo che lei ha avuto difficoltà a inserirsi proprio con Auteri, come mai?
“Quando lui arrivò a Nocera in C1 lui aveva grande stima su di me: mi prendeva come termine di paragone quando diceva ad altri giocatori che non si allenavano bene o che non facevano quello che lui voleva. All’inizio mi stimava, poi però col passare dei mesi c’è stato un cambiamento da parte sua nei miei confronti, non so ancora oggi il perché, ma so solo che dietro le mie spalle c’era gente che remava contro, qualcuno che magari ha fatto pensare al mister che avrebbe dovuto cambiare opinione sul mio conto. Questo ha fatto sì che io andassi via, e il mister mi ha trattato male: ero stato per tre anni e mezzo il capitano, e lui mi ha trattato come l’ultima ruota del carro”.
Certo, lei avrebbe potuto anche giocare in B, c’è del rammarico per non aver avuto la maglia personalizzata con scritto il suo cognome?
“Sì, è un rammarico. Non ho potuto indossare la maglia col mio nome in Serie B, e io sono dovuto andare via. Io la B me l’ero conquistata, ma è chiaro che adesso gioco per il Foggia”
Se dovesse segnare un gol al suo ex mister, come aveva fatto Ripa della Juve Stabia?
“Ci tengo a puntualizzare un aspetto: Auteri è un allenatore importante, non posso dire il contrario, ma io ho un brutto ricordo e non me l’aspettavo di essere trattato male umanamente. Segnare un gol al tecnico che mi ha trattato male sarebbe una soddisfazione, ma principalmente penso alle sorti del Foggia. Se verrà pure il gol sarà una soddisfazione”.