Angelo, un grande uomo

Angelo, un grande uomo

 

A luglio sembrava uno di quei calciatori che, non avendo trovato squadra, si era ritrovato in Lega Pro con una carriera già alle spalle. Fortemente volute da De Zerbi, aveva tra l’altro creato qualche perplessità proprio perchè in quel ruolo il tecnico rossonero richiedeva caratteristiche atletiche non facilmente riconducibili ad un calciatore di 34 anni.

Poi Angelo ha fatto parlare il rettangolo di gioco, quel rettangolo sul quale è difficile bluffare, con l’impegno di un ragazzino che si affaccia per la prima stagione in un campionato professionistico.

E a Foggia, dove si vive di pane e pallone e dove esiste una competenza calcistica media di tutto rispetto, ha saputo ricevere, prestazione dopo prestazione, gli applausi e la stima della gente. Il Foggia non è stato sempre brillante, spesso sono stati criticati I singoli protagonisti, ma a lui non è mai stato fatto un appunto, sia per l’impegno e sia per la sua fondamentale posizione in campo che risulta essere preziosa nell’economia di gioco di De Zerbi.

La standing ovation al termine della partita con la Lupa Castelli è il giusto riconoscimento che il pubblico ha volute tributare ad una sua gara praticamente perfetta, condita da due gol spettacolari e da conservare gelosamente in cineteteca. Era dai tempi della partenza di Kolyvanov nel 1996 che non si sentiva scandire il nome di un calciatore da tutti I presenti.

Probabilmente, però, la performance migliore di Angelo è stata quella in sala stampa quando, con il cuore in mano, ha ringraziato il pubblico visibilmente emozionato, lui che ha calcato palcoscenici di altre categorie e che sembrava fosse venuto a Foggia solo per ripiego.

Angelo è stata la più bella sorpresa di questa stagione in campo e fuori dal campo: grande calciatore e grande uomo.

Alberto Mangano – www.manganofoggia.it